ARMUNIA
MISERELLA (prova aperta)
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QUANDO

2024-03-28 -> 2024-03-28

DOVE

Auditorium Danesin
Rosignano Marittimo

TIPOLOGIA

Teatro

BIGLIETTO
una produzione di Teatro dell'Argine

MISERELLA (prova aperta)

Fa’ che ritorni il mio amor com’ei pur fu, o tu m’ancidi, ch’io non mi tormenti più. Miserella, ah più no, no, tanto gel soffrir non può. (Il lamento della ninfa, Claudio Monteverdi)

“Miserella” è il nome popolare dato nel dialetto toscano alla pianta nota come Daphne Mezereum, detta anche “fior di stecco” perché ospita una miriade di fiori su un gambo all’apparenza secco, morto, anche quando nel pieno del vigore. In più, “mezereum” significa “mortale” in latino, perché la pianta, all’apparenza meravigliosa, subito dopo la fioritura produce piccoli frutti rossi velenosi.

Una pianta, dal nome di donna, che produce fiori da un corpo secco e frutti pericolosi.

Miserella è un lavoro di teatro fisico e d’attore, anzi d’attrice, sul tema del corpo che invecchia, che cambia, che decade, in particolare il corpo femminile. Quattro donne, quattro attrici, quattro corpi, diversi fra loro, insieme eppure isolati, che agiscono lo spazio e la voce come animali in gabbia, alla ricerca di un nuovo patto con il proprio sé che cambia, corpo infortunato, corpo di madre, corpo di attrice, corpo di ballo, corpo sterile, voce-corpo che si astrae da sé per guardarsi dall’esterno. Corpo che, in questa sua decadenza, ci fa pensare al pianeta che brucia e trema, all’umanità che si corrompe e si uccide, e anche al teatro, sempre sul punto di morire, sempre fragile e precario, sempre regolato da sistemi asfittici, scoordinati e mai al passo con i tempi, eppure sempre con fiori freschi sul suo gambo secco che era dato per morto.

Miserella è il nuovo spettacolo del Teatro dell’Argine, ora appena all’inizio del cammino di ricerca che lo porterà ad esistere. In scena, quattro attrici del Teatro dell’Argine, Caterina Bartoletti, Giulia Franzaresi, Ida Strizzi e Micaela Casalboni, che ne cura anche la regia. Nel dietro le quinte, l’intera squadra artistica del Teatro dell’Argine, in particolare Andrea Paolucci e Nicola Bonazzi, che faranno da sponda al lavoro drammaturgico e di regia, in un gioco collettivo di scambio e per accumulo, simile a quello che portò, ormai quasi vent’anni fa, a spettacoli come Tiergartenstrasse 4, Gli equilibristi e Liberata.

La Compagnia Teatro dell’Argine nasce negli anni Novanta con un progetto culturale e artistico rivolto a tutta la comunità: non solo produzione di spettacoli, ma anche formazione del pubblico, didattica teatrale per professionisti e non, azioni speciali legate alle fragilità, ideazione e gestione di spazi artistici e sociali, collaborazioni con compagnie, teatri, università, ma anche carceri, ospedali, centri d’accoglienza in Italia, Belgio, Svezia, Inghilterra, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Polonia, Danimarca, Turchia, Senegal, Tunisia, Marocco, Palestina, Bolivia, Brasile.
Dal 1998 la Compagnia gestisce l’ITC Teatro, Teatro Comunale di San Lazzaro di Savena (BO), e fa di questo spazio una vera e propria “casa del teatro”, aperta a grandi nomi italiani ed internazionali e a giovani compagnie emergenti. Nel corso degli anni il Teatro dell’Argine è diventato un punto di riferimento in campo nazionale ed internazionale non solo sul piano artistico (premio della Critica 2006, premio Hystrio alla drammaturgia 2009, premio speciale Ubu 2011, premio Camillo Grandi 2012, premio della Critica 2015, premio Nico Garrone 2015, premio Ubu 2015, Premio della Critica 2017, Eolo Award 2018), ma anche nell’ideazione e realizzazione di progetti in cui il teatro si mette a disposizione di contesti interculturali, sociali, educativi e pedagogici. Il lavoro sul territorio diventa centrale nella poetica della Compagnia, così come il coinvolgimento della comunità nei processi artistici.
È proprio nel continuo mescolamento di questi piani, nella contaminazione delle pratiche, negli incroci tra arte e impegno sociale, nella capacità di coinvolgere professionisti e non professionisti, italiani e stranieri, nella creazione di monologhi o spettacoli per mille attori, che la compagnia ha trovato una sua cifra poetica ben precisa: perseguire un teatro capace di parlare alle persone prima ancora che agli spettatori. Un teatro che sappia trasformarsi da pratica esclusiva in arte inclusiva. Un teatro che torni a essere luogo della relazione e dell’incontro prima ancora che prassi di visione. (…)

regia Micaela Casalboni
con Caterina Bartoletti, Micaela Casalboni, Giulia Franzaresi, Ida Strizzi
collaborazione drammaturgica Nicola Bonazzi, Andrea Paolucci
assistente alla regia Laura Gnudi
foto di scena Luciano Paselli
produzione Compagnia Teatro dell’Argine

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