prima nazionale
Uno spazio, luogo del quotidiano e del pensiero, dell’abitare e del pensare, reale e simbolico. Due presenze. Due uomini. Due Cani. Due cani di esseri umani.
Cani è un lavoro che gioca sul tentativo di una relazione impossibile, un rapporto duale e individuale, un monologo a due che nasce dalla necessità di sentirsi amati. Una richiesta d’amore in un paesaggio desolato, domestico e selvatico, in cui si evocano ricordi, giochi di un’infanzia perduta. Un dialogo solitario restituito con un dialetto che da “lingua madre” diventa “lingua padre”, un codice emotivo, un linguaggio che è parola cruda e lirica, comica e violenta. Cani è un lavoro sugli equilibri di potere talvolta distruttivi, talvolta generativi, connessi ai rapporti genitori figli. Natura di un potere che universalmente ci riguarda, ci condiziona fin dalla nascita, come figli, come genitori, come animali di una specie.
La scena, scarna, è un bosco dello spirito, una selva domestica, in cui reverberano parole e paesaggi sonori, che risuonano in un grande spazio vuoto del pensiero. Citando Jean-Luc Nancy «Le parole ‘animale’ e ‘animalità’ contengono una carica selvaggia, indomabile, pulsante, che evoca una estraneità inassimilabile e inadattabile», quindi da un lato questa «estraneità» allontana l’animalità lontano da noi umani, dall’altro rileva la parentela semantica tra animalità e «anima», che sottintende l’equivalenza tra l’animale e «ciò che è animato da un’anima». In questa ridefinizione di umano, si incontra quindi l’animale e tutto ciò che in qualche modo ci anima, sia in senso esistenziale che spirituale, in questo orizzonte di ricerca, l’uomo forse coincide con il Cane, emblema dell’animale addomesticato che ha sacrificato la sua natura selvatica, con un atto di assoggettamento docile e ubbidiente, inserendosi in un legame di dipendenza affettiva, che è metafora del delicato rapporto tra il padre ed un figlio ferito.
durata 45’
GALLERIA FOTOGRAFICA - 28 giugno 2024
Foto Copyright © Dorin Mihai - Teatro L'Ordigno/Festival Inequilibrio 2024 - Fondazione Armunia
Michele Bandini, autore, attore e regista. Ha lavorato come attore diretto tra gli altri da Marco Martinelli, Maurizio Lupinelli, Gigi dall’Aglio, Butch Morris. È il co-fondatore con della compagnia Zoe Teatro. Ha partecipato come attore a radiodrammi per Radio Due Rai e per Radio Televisione Svizzera di Lingua Italiana. Laureato in Filosofia Estetica, esperto di pedagogia teatrale, lavora con il Festival di Santarcangelo dal 2014 per il progetto non-scuola del Teatro delle Albe ed realizza numerosi progetti formativi a Ravenna, Foligno, Napoli (Scampia). Ha realizzato spettacoli e produzioni sonore: Concerto In Sé Minore, Landscape#, B-Sogno (pubblicato sulla rivista Lo Straniero), il radiodramma a puntate La Quarantena del Signor Zut, Cani. Come artista e co-curatore è parte del collettivo di artisti umbri Corale dal 2017. E’ co-curatore dello Spazio Zut, di Foligno, di Umbria Factory Festival e di C.U.R.A. Centro Umbro Residenze Artistiche.
testo, regia e interpretazione Michele Bandini
consulenza drammaturgica/assistenza alla regia Carolina Balucani
disegno luci Emiliano Austeri
produzione Umbria Factory Festival Spazio Zut
si ringrazia Vincenzo Camilli per il tronco delle foreste di Civitella