Un montaggio di parole, suoni e gesti attorno all’immagine di una crepa, smottamento ma anche apertura, ferita eppure feritoia per corpi che si accostano, diversi ma appartenenti allo stesso lembo: scivolano, glissano, attraversano un tempo di conservazione tra ciò che è definito vivo e ciò che è definito morto: lo mutano, lo invertono. La crepa si è aperta con il suono: schiocco, bruito o schianto. Come un evento irreversibile, ha diviso lo spazio e segnato il tempo. É stato necessario progettare movimenti e trovare parole per comprendere la sua ambivalenza: la crepa apre la possibilità che filtri la luce, attraverso la crepa è possibile vedere l’altro, esponendo i propri lembi è possibile trovare coincidenza in altri lembi. Il lavoro di Sara Sguotti e Arianna Ulian si è mosso nelle occasioni come si muove un materiale solido: smottando, sfregolando. Ha lasciato tracce e si è lasciato tracciare durante le residenze, dai festival e dal pubblico, ha preso forma di laboratorio ed è tornato duetto con diverse durate.
Le tracce lasciate sono come detriti del corpo, materiali biologici naturalmente depositati a terra o volatilizzati; capelli, gocce di sudore, unghie, pelle secca, sCrePolature. Nuove parole e nuovi movimenti raccontano l’ambivalenza di ciò che si perde, che si lascia perdere, che è inevitabile perdere, che non si vorrebbe lasciare. Tutto ciò che in un visionario processo di recupero, riunito, darebbe forma a un altro corpo nostro, con nuove crepe.
durata 15’
25 posti disponibili - consigliata la prenotazione 0586 754202 – gloria@armunia.eu
GALLERIA FOTOGRAFICA - 29 giugno 2024
Foto Copyright © Dorin Mihai - Castello Pasquini/Festival Inequilibrio 2024 - Fondazione Armunia
Sara Sguotti Interessata al corpo singolo, plurale e collettivo, Sara Sguotti è attratta da tutte le forme di micro collettività e amante dei grovigli di pensieri. La sua pratica coreografica spazia dalla ricerca in spazi solitari e intimi, all’altrove immaginativo. Collabora, tra gli altri, con Compagnia Virgilio Sieni, Compagnia Anton Lachky, Damien Jalet, Atelier delle Arti, Simona Bertozzi, Cristina Kristal Rizzo, Nicola Cisternino, Perypezye Urbane. La sua ricerca personale inizia con S.solo (vincitore di DNA appunti coreografici e della Vetrina Anticorpi 2017). I suoi altri lavori sono S.rituale, Dedica Lontana, S.O.P., IHTBH, CrePa e Mother.
Arianna Ulian Scrittrice e performer. Ha una formazione in filosofia della scienza e in musica contemporanea. Ha suonato in varie e variopinte formazioni usando la musica come modalità di intervento in situazioni sociali di festa, di protesta, di memoria. Ha partecipato a laboratori di suoni e di parole con Fred Frith, Jacopo Baboni Schilingi, Marcello Fois, Vitaliano Trevisan, Giulio Mozzi. Ha lavorato come sound designer per fondazioni, musei civici, agenzie di comunicazione e studi di architettura, in particolare per MCA-Mario Cucinella Architects. Conduce corsi presso la Bottega di Narrazione di Giulio Mozzi, insegna nella scuola pubblica. Ha esordito nel 2021 con il romanzo La questione dei cavalli, primo titolo della collana Fremen presso l’editore Laurana. Grazie ad una commissione di Operaestate collabora come autrice e performer con la coreografa Sara Sguotti.
Spartaco Cortesi Musicista e sound designer, si occupa di produzioni audio, lavorando prevalentemente con strumenti elettrici (sintetizzatori, chitarre), voci e rumore. Utilizzando software e hardware dedicati, attraversa pratiche di decostruzione, spesso cercando di sfruttare la riduzione delle possibilità come metodo di composizione.
di e con Sara Sguotti e Arianna Ulian
testi Arianna Ulian
ambiente sonoro Spartaco Cortesi
accompagnamento drammaturgico Giovanni Sabelli Fioretti
PR e media relations Giuseppe Esposito
produzione Perypezye Urbane
co-produzione OperaEstateFestival \ CSC centro per la scena contemporanea di Bassano del Grappa, MilanoOltre
con il supporto di Santarcangelo Festival, IIC Zurigo, Tanzhaus Zurich, Passages Transfestival, IIC Strasburgo, Centro di Rilevante Interesse per la Danza Virgilio Sieni, Théâtre Sévelin 36, Fondazione Armunia
un ringraziamento speciale a Simona Bertozzi per il suo sguardo