anteprima
To be doozy è un’espressione colloquiale Americana di etimologia incerta. Potrebbe indicare il fiore, la margherita (daisy in Inglese), potrebbe riferirsi ad una lussuosa marca di automobili sportive (Dusenberg) oppure, ed e’ la nostra opzione preferita, potrebbe omaggiare la divina attrice Eleonora Duse e il suo cognome italiano pronunciato goffamente oltreoceano: “Doozay” “Doozee” “Doosay”.
Essere doozy significa essere stupefacenti, essere fuori dall’ordinario, essere così particolari da lasciare a bocca aperta. Eccezionalmente bravi o eccezionalmente pessimi, in parole semplici: strambi. Esserlo o non esserlo? Esserlo, perché, secondo noi, è un complimento. Con questa convinzione nel cuore ci siamo dedicate all’ideazione e alla creazione di uno spettacolo difficile da etichettare, ispirato alla rivoluzione artistica e umana di due eroine che hanno vissuto per e nella danza, per e nel teatro.
Le biografie di Isadora Duncan e di Eleonora Duse sono un’appassionante fucina di spunti narrativi e politici. Attraverso il loro esistere anticonvenzionale sono state pioniere del femminismo, del capocomicato, di un’arte che si preoccupi del presente. Queste Doozies senza trucco, senza punte, giudicate spesso fisicamente non conformi ai canoni estetici del loro tempo, grazie alla loro naturale originalita’ hanno generato stupore e meraviglia lasciando immense eredita’ per le generazioni future. Dove sono questi lasciti, ci siamo chieste, visto che, a più di cento anni di distanza, ci troviamo ad affrontare gli stessi identici discorsi in palco e fuori, le stesse battaglie per la parità, per i giusti compensi, contro la dittatura del physique du role e dei repertori stantii?
The Doozies vuole essere un’opera intorno alla meraviglia della stranezza. Siamo convinte che le nostre stupefacenti antenate avrebbero apprezzato questa sfacciataggine visto che si sono continuamente schierate contro lo status quo anche quando era classico e mitico.
durata 50'
GALLERIA FOTOGRAFICA - 30 giugno 2024
Foto Copyright © Dorin Mihai - Castello Pasquini/Festival Inequilibrio 2024 - Fondazione Armunia
Silvia Gribaudi È una coreografa italiana attiva nelle arti performative. Dal 2004 focalizza la propria ricerca artistica sull’impatto sociale del corpo, mettendo al centro del linguaggio coreografico la comicità e la relazione tra spettatore e performer. Premio Giovane Danza D’Autore con A Corpo Libero(2009), finalista Premio UBU come migliore spettacolo di danza e finalista Premio Rete Critica con R.osa (2017), Premio CollaborAction#4 2018-2019, finalista Premio Rete Critica 2019, Premio DANZA&DANZA 2019 come miglior produzione Italiana con Graces e Premio Hystrio Corpo a Corpo 2021. Ha partecipato a progetti artistici di ricerca quali: Choreoroam (2011), Triptych (2013), Act Your Age (2014) progetto europeo sull’invecchiamento attivo attraverso l’arte della danza, da cui è nata la performance What Age Are You Acting? e il progetto territoriale OVER 60; Performing GendER (2015); Corpo Links Cluster (2019/2020) in cui la relazione tra danza, montagna e comunità montana ha dato vita al progetto site specific Trekking Coreografico e allo spettacolo Monjour (2021) prodotto da Torinodanza Festival in collaborazione con Teatro Stabile del Veneto e Les Halles de Schaerbeek – Bruxelles.Nel 2021 è coreografa ospite per “Danser Encore, 30 solos pour 30 danseurs” progetto per l’Opéra de Lyon mentre a giugno 2023 ha debuttato la nuova produzione GRAND JETÉ, coprodotta da MM Contemporary Dance Company (IT), La Biennale de Lyon (FR), Théâtre de la Ville (FR), Rum för Dans (SE), Torinodanza Festival (IT), International Dance Festival TANEC PRAHA (CZ), Zodiak – Side Step Festival (FIN) e dal network internazionale Big Pulse Dance Alliance. I suoi spettacoli sono presenti in numerosi Festival Nazionali ed Internazionali e vengono realizzati in processi creativi al cui centro c’è il dialogo e l’incontro poetico con altri/e artisti/e, compagnie e comunità.
Marta Dalla Via Attrice, autrice, regista si diploma presso la scuola di teatro di Bologna Galante Garrone, in seguito si forma seguendo Angela Malfitano e Francesca Mazza all’interno dell’associazione Tra un atto e l’altro e partecipando a laboratori con (tra gli altri) Laura Curino, Pippo Delbono, Mark Ravenhill, Renata Molinari, Stefano Massini. Ha recitato per/con varie compagnie tra cui: Pantakin da Venezia, Accademia degli Artefatti, Teatro Gioco Vita, Teatro delle Briciole, Bassano Opera Estate, Teatro Stabile del Veneto, Teatro Stabile di Bolzano, Piccionaia centro di produzione teatrale. É fondatrice della compagnia Fratelli Dalla Via che ha creato Piccolo Mondo Alpino vincitore premio Kantor 2010, Mio figlio era come un padre per me vincitore premio Scenario 2013, Drammatica Elementare e Walter, i boschi a nord del futuro tutti spettacoli ad oggi ancora in tour. La compagnia scritto e diretto gli spettacoli per le nuove generazioni Fa’ la cosa faticosa per Teatro delle Briciole di Parma e SBUM! yes we cake per Piccionaia Centro di Produzione Teatrale. La compagnia ha vinto il premio Hystrio nel 2014. Ha collaborato con vari artisti come attrice, autrice e regista tra questi Corrado Augias, Serena Sinigaglia, Fabrizio Arcuri, Giulio Casale, Tiziano Scarpa, Natalino Balasso, Petra Magoni, Ferruccio Spinetti, Piergiorgio Odifreddi, Babilonia Teatri, Francesco Niccolini, Marta Zoboli, Carlo Cialdo Capelli. Nel 2019 ha vinto il premio Melato per il teatro.
di e con Marta Dalla Via e Silvia Gribaudi
direzione tecnica Roberto di Fresco
consulenza drammaturgia Diego Dalla Via
consulenza coreografica Chiara Frigo
costumi Sonia Marianni
ricerca Materiale Eugenia Casini Ropa, Franca Zagatti, Maria Pia Pagani
produzione di Associazione Culturale Zebra
coproduzione di Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, La Corte Ospitale
con il sostegno di MiC - Ministero Italiano della Cultura
Residenze artistiche Fondazione Armunia - Castello Pasquini
in collaborazione con Progetto Duse2024 del Comune di Asolo - Museo Civico di Asolo – Teatro Duse | www.duse2024.it | Curatela performing arts Cristina Palumbo