prima nazionale
Rain parla apertamente di una difficile esperienza di abuso sessuale che ho vissuto da bambina.
Per me era importante rompere il mio silenzio, la vergogna e il senso di colpa per mostrarmi orgogliosa come sopravvissuta e non come vittima.
Parlare di tali esperienze spesso solleva dalla paura di essere etichettati come una vittima, associata spesso all’essere deboli. Penso invece sia vero il contrario. Le persone abusate hanno bisogno di rimontare i loro pezzi e ricostruire se stesse. Non riesco a immaginare un atto di maggiore forza.
Da quando è scoppiato il movimento #metoo sono diventata consapevole soprattutto di quanto la mia definizione di femminilità sia dettata da termini maschili eterosessuali. Avevo sete di incontrare me stessa e il mio corpo attraverso la mia prospettiva, non quella di qualcun altro.
Ho scelto di fare questo pezzo per condividere in modo aperto la mia esperienza: so di non essere sola in tutto questo. Vedo un valore nell’essere meno soli all’interno di quello spazio.
durata 25′
Nata in Israele nel 1982, con base a Bruxelles, Meytal Blanaru è danzatrice, coreografa e fondatrice di Fathom High. A partire dal 2008, Meytal ha sviluppato una ricerca sul movimento personale, che ha profondamente modificato le sue modalità di azione e di concezione del corpo. Utilizza il metodo Feldenkrais quale punto di partenza e ispirazione. Il tentativo di fondere il metodo Feldenkrais alla danza l’ha gradualmente portata a elaborare una pratica molto specifica e dettagliata. Tale processo corrisponde alla creazione del suo lavoro coreografico, sviluppato dal 2008 sia nei suoi solo che in lavori collaborativi.
di e con Meytal Blanaru
musica Benjamin Sauzereau
dramaturgia Mat Voorter
foto Pierre Planchenault
coproduction Theatre les Brigittines (BE)