preceduto da Gabriele Brunelli con IRONIA DELLA SORTE
Definire Antropolaroid non è semplice: ad oggi non c’è nulla di paragonabile al lavoro originalissimo di Granata. Forse dovremmo chiamare in causa Charlie Chaplin, ma anche il teatro dei racconti e della terra sicula o semplicemente un lavoro sull’immaginazione, la musica, la memoria. Uno spettacolo ad alta condensazione ed intelligenza teatrale nel quale ci sono, rielaborate con molta sensibilità, schegge di storia dello stesso interprete in scena, con quel titolo che fonde insieme la ricerca antropologica con lo scatto fotografico, la memoria trattenuta nell’immagine, racconto tramandato, vissuto profondamente.
Antropolaroid è uno spettacolo di cupa bellezza, struggente, attraversato da un’inquietudine dolorosa, dove a tratti si coglie ugualmente, amaramente, l’occasione di ridere, per la caratterizzazione dei personaggi, il loro
susseguirsi sulla scena, per l’abilità stessa dell’attore nel trasformarsi: tante le metamorfosi.
Uno straordinario Tindaro Granata, solo in scena, racconta di figure familiari, di generazioni, di una terra, la Sicilia, da cui anche allontanarsi. Con il proposito di andare a Roma, diventare attore, fare del cinema…
Tindaro passa attraverso i decenni in molteplici ruoli, ad ogni età, maschio o femmina, tra giochi, balli, lavoro, relazioni familiari, paure, brevi passaggi ogni volta a comporre dialoghi, legami, situazioni, lui solo e tanti. Antropolaroid è creazione teatrale colma di molte emozioni, per il testo, la recitazione, per la concretezza e l’universalità della narrazione, il ritmo avvolgente.
Per la sua originalità e l’innovazione che rappresenta per la scena teatrale italiana, Antropolaroid ha ottenuto numerosi riconoscimenti: il Premio della giuria popolare della “Borsa Teatrale Anna Pancirolli”, il Premio “ANCT”
dell’Associazione Nazionale dei Critici nel 2011, il Premio Fersen in qualità di “Attore Creativo” nel 2012.
durata 70'
Tindaro Granata nasce a Tindari (ME) nel 1978. Si diploma Geometra e appena ventenne si imbarca su Nave Spica, in qualità di Meccanico Artigliere. Dopo aver trascorso un anno in mare in qualità di meccanico artigliere, nel 1999 si trasferisce a Roma col sogno di poter fare teatro.
Lavora in diversi negozi di scarpe e come cameriere. Artisticamente non ha una formazione accademica.
Il suo percorso teatrale inizia nel 2002 con Massimo Ranieri, in occasione della messa in scena
dello spettacolo “Pulcinella”.
Incontra Carmelo Rifici, col quale inizia un felice sodalizio che lo porta a lavorare in diversi spettacoli tra cui, i più significativi, sono prodotti dal Piccolo Teatro di Milano: Il gatto con gli stivali, Giulio Cesare, Ifigenia , liberata; e ancora in Buio e in Chi resta (prod. Proxima Res).
E’ diretto da Serena Sinigaglia ne Il libro del buio, dal romanzo di Tahar Ben Jelloun e in 32 secondi e 16 di Michele Santeramo.
Andrea Chiodi lo dirige, ne La Locandiera di Calo Goldoni e nel 2018 lo dirigerà ne La Bisbetica Domata di William Shakespeare in cui Tindaro sarà la protagonista femminile Caterina. In veste di drammaturgo/regista/attore Tindaro esordisce nel 2011 con Antropolaroid, uno spettacolo sulla storia della sua famiglia, in cui recita da solo interpretando tutti i personaggi della storia, in buona parte in dialetto siciliano. Riceve la Menzione speciale al concorso Borsa Teatrale Anna Pancirolli, vince il Premio “ANCT 2011” dell’ Associazione Nazionale dei Critici di Teatro come “Miglior spettacolo d’innovazione” e il premio “FERSEN” in qualità di “Attore creativo”.
Nel 2013, mette in scena Invidiatemi come io ho invidiato voi col quale, ispirandosi a un fatto di cronaca, affronta un tema difficile come quello dell’abuso sessuale sui minori. Lo spettacolo, prodotto da BIBOteatro e da Proxima Res, consente a Tindaro di ricevere il premio Mariangela Melato 2013 con “Miglior attore emergente”, a cui seguiranno il Premio “FERSEN” per la “Miglior regia”, il Premio “ENRIQUEZ” per “Drammaturgia per l’impregno civile”.
Sempre nel 2013, riceve il Premio Internazionale “Orgoglio Siciliano nel Mondo” per la sua attività
teatrale. Nel giugno del 2016 arriva il debutto del suo terzo spettacolo, Geppetto e Geppetto, coprodotto
dal Teatro Stabile di Genova, dal Festival delle Colline Torinesi e da Proxima Res. Con questa storia, all’indomani dell’approvazione della legge Cirinnà, Tindaro affronta a modo suo il tema della “stepchild adoption”. Allo spettacolo viene conferito il Premio UBU 2016 come “Miglior novità o progetto drammaturgico 2016”, il premio Hystrio Twister 2017 come “Miglior spettacolo dell’anno” e il Premio “ENRIQUEZ” come “Miglior spettacolo di impegno civile e sociale 2017”.
Nel mese di marzo 2017 debutta a Lugano, con la direzione di Carmelo Rifici, nella nuova produzione di LuganoInScena/Piccolo Teatro di Milano Ifigenia, liberata scritto da Angela Demattè. In dicembre 2017 è nel cast de La bisbetica domata con la regia di Andrea Chiodi, produzione LuganoInScena/Teatro Carcano Centro d’Arte Contemporanea di Milano. Tra il 2019 e il 2020 è impegnato in tre nuove produzioni: Macbeth, la storia nascosta
regia di Carmelo Rifici, Lo zoo di vetro testo di Tennesee Williams, regia di Leonardo Lidi e nella nuova produzione di Proxima Res con un testo su Majorana e drammaturgia di Davide Carnevali.
Nel 2019 avvia un progetto legato alla lettura di drammaturgia contemporanea Situazione drammatica, che coinvolge autori, attori e pubblico.
di e con Tindaro Granata
disegno luci Cristiano Cramerotti
elaborazioni musicali Daniele D’Angelo
organizzazione/distribuzione Paola A. Binetti
Produzione Proxima Res