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Scrivo di qualcosa che non esiste, come scavando il terreno di una visione futura dove tutto ciò che accade, accade fuori scena: il pensiero è l’unico evento che lo spazio accoglie. Fra le cose del mondo non esiste nulla il cui essere non presupponga uno spettatore, mentre io continuo a vivere nascosto. C’è una distanza che consente la nascita della contemplazione, una prossemica auratica che fonda questo nostro farci ambientali per scatenare un contagio poetico, la fabbricazione di una soglia, uno spazio cosmico, l’ennesima catastrofe. Di fare Anima, si tratta. Desidero architettare pratiche di dissolvimento, “dare a vedere” allenando le personali inclinazioni ad ammutolire – indugiare insieme, tacere per ascoltare l’enigma.
Ci sarà qualcuno che sia felice al mondo?
special guest Roberto Latini
di e con PierGiuseppe Di Tanno