(Studio)
È il primo luglio 2018, un passo dopo l’altro salgo la pietraia che mi porta a quota 2.870 metri, i piedi mi spingono su, attraverso 1.170 metri di dislivello. Il mio corpo è in marcia mentre l’ambiente circostante e i cambiamenti di paesaggio iniziano a fondersi con il passato. Il tratto di montagna che mi circonda è reale tanto quanto la valigia posata sopra il letto (a cui torno), sono in ascensione lungo un canalone di roccia grigia e sono a casa, per me i due paesaggi si sovrappongono in transizione continua, in una negoziazione continua con il presente. Quando raggiungo il rifugio, che mi ospiterà per tre mesi, per la guida alpina che asciuga la sua attrezzatura al sole sono una giovane donna, bianca, vestita in malo modo, ma in quel momento io ho già dimenticato di essere una donna, a quel punto non me ne frega niente.
Walking Memories è una performance di gesti e di parole sulla montagna e sul mondo dei ricordi e della dimenticanza. Racconta la mia esperienza in un rifugio alpino a 3.000 metri, con le sue sfide e le sue evocazioni. La montagna richiama e richiede da sempre ascensione, silenzio e solitudine, altezza e profondità, rischio ed ebrezza, continuità fino… alla scoperta di un contatto intimo tra soggetto e paesaggio che diventa luogo di metamorfosi.
Elisa Pol – 1984. Si laurea presso Università degli Studi di Padova, Corso di Laurea in Filosofia. Nel 2007 fonda insieme a Maurizio Lupinelli la compagnia Nerval Teatro. Come attrice è in scena negli spettacoli: Marat, Magnificat, Amleto, Appassionatamente, Psicosi delle 4 e 48, Squarci dall’Ignoto, Le Presidentesse diretti da Maurizio Lupinelli e in Canelupo Nudo di Nerval Teatro per la regia di Claudio Morganti. Nel 2016 interpreta Ma perché non dici mai niente? Monologo di Lucia Calamaro. Collabora con: Sotterraneo (I Futurnauti), Fanny & Alexander (Rave Foster Wallace – Maratona Infinite Jest), Cie La Flux (Le Bal).
di e con Elisa Pol
produzione Nerval Teatro
con il supporto di Associazione Sosta Palmizi, Ardis Hall – Fanny&Alexander
Con il contributo di Emilia Romagna Teatro Fondazione
un ringraziamento particolare a Raffaella Giordano e Paola Bianchi
foto di Debora Costi