In Avalanche i due esseri umani protagonisti vengono osservati da occhi ciclopici, come antiche polveri conservate in un blocco di ghiaccio.
Camminano all’alba di un nuovo pianeta, sotto il peso della loro millenaria tristezza. Tutto quello che non è sopravvissuto agisce, invisibile, su tutto ciò che invece è rimasto e che viene rievocato come regola, collezione, elenco di possibilità.
La danza si pone in una costante tensione verso l’infinito dell’enumerazione, alla ricerca accanita di un esito.
Gli occhi socchiusi, come a proteggere lo sguardo dalla luce accecante di un colore mai visto, afferrano l’abbaglio di un’estrema possibilità: una terra di sabbia e semi sulla quale qualcuno imparerà nuovamente a muoversi, dopo che anche l’ultimo archivio sarà andato distrutto.
Marco D’Agostin è un artista attivo nel campo della danza e della performance. Dopo una formazione disarticolata con maestri di fama internazionale (Claudia Castellucci, Yasmeen Godder, Nigel Charnock, Rosemary Butcher), consolida il proprio percorso sia come interprete che come autore e i suoi lavori ricevono numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali e circuitano dal 2010 ad oggi in tutta Europa. La sua poetica è fluida, dinamica, in adattamento continuo portandolo a vincere il Premio Ubu 2018 come Miglior Performer Under35.
di Marco D’Agostin
con Marco D’Agostin, Teresa Silva
suono Pablo Esbert Lilienfeld
luci Abigail Fowler
movement coach Marta Ciappina
vocal coach Melanie Pappenheim
direzione tecnica Paolo Tizianel
cura e promozione Marco Villari
coprodotto da Rencontres Choréographiques Internationales de Seine-Saint-Denis, VAN, Mar-che Teatro, CCN de Nantes
con il supporto di O Espaco do Tempo, Centrale Fies, PACT Zollverein, CSC/OperaEstate Festival, Tanzhaus Zurich, Sala Hiroshima, ResiDance XL
durata 60’