prima nazionale
Scarnificare è verbo tragico, luogo dell’estremo pensare le cose nella loro natura di nude presenze in stato di abbandono a se stesse.
L’attore è una marionetta che affida al corpo e alla voce questo atto di parole e gesti, dove ogni enunciato è una forma di esistenza, sovversione e apertura a inarrestabili mutamenti, nel dispendio e nella follia.
Egli è un soggetto scarnificato che vive in una irrisolvibile indistinzione, che gli impedisce di affermarsi compiutamente in una specie, ossia in quella unicamente umana.
La parola-voce, plurale e molteplice, coi suoi paesaggi screziati, è il suo aperto: soffi, mormorii, lo stormire degli alberi e il canto delle bestie, polifonie di acque e vento, voci inimitabili della vita che fa appello all’amorfo, all’oscuro e al dissidio.
Marcello Sambati, poeta drammaturgo e regista di se stesso, fondatore di luoghi teatrali reali e utopistici, ha pubblicato e messo in scena testi teatrali e sillogi poetiche tra cui Eros, Liebe (Dark Camera 1991), Carta dei respiri (I Quaderni del Battello Ebbro 1996), Prometheu e L’Opera delle farfalle (Flore & Faune 1998 e 2000), Natura Requiem e Tenebre (La Camera Verde 2009 e 2010). Del 2018 Margine, Meraviglia: la scena corporea di Marcello Sambati (Editoria & Spettacolo).
di e con Marcello Sambati
aiuto regia Elena Rosa
foto di scena Daniele Vita
produzione Armunia
coproduzione Campo Barbarico Roma
in collaborazione con Spazio Oscena Catania
durata 50’