C’è una linea che divide il cervello in due emisferi. Una linea che separa il bene dal male, il sano dal malato, ciò che è consentito dire e ciò che è meglio tacere.
C’è una linea che separa i vivi dai morti.
Amleto, atto V scena I. Un cimitero qualsiasi in Danimarca. Scavando viene ritrovato il teschio che un tempo fu Yorick, il buffone di corte di re Amleto. Svegliato dal “lungo sonno”, interpellato dal dramma, Yorick assiste dal sottosuolo allo spettacolo che si sta svolgendo proprio sopra di lui e intanto ci racconta il sottosuolo, il non visibile, ciò che si nasconde alla ragione umana, ciò che di solito riemerge nei sogni, uno spazio abitato dall’immaginazione, da un pensiero che è obliquo più che retto, da quei poeti definiti pazzi dall’altra versione dei fatti. Non più il luogo della morte, ma quello della follia, dello sguardo sull’abisso.
Yorick, il Fool per eccellenza, il buffone è morto e le sue parole non ci sono pervenute se non sotto forma di una sfida: immaginarle.
Leviedelfool nasce nel 2010 a Roma. Vive dei progetti artistici e del lavoro di Simone Perinelli e di Isabella Rotolo e della collaborazione con diversi artisti che lavorano alle singole produzioni della compagnia. La compagnia rappresenta i propri spettacoli in Italia e all’estero lavorando su drammaturgie originali e focalizzando il proprio percorso sui possibili nuovi linguaggi del teatro contemporaneo.
uno spettacolo di Leviedelfool
drammaturgia e regia Simone Perinelli
con Simone Perinelli
aiuto regia e organizzazione Isabella Rotolo
musiche originali Massimiliano Setti
e al violoncello Luca Tilli
disegno luci e scene Fabio Giommarelli
tecnico del suono Marco Gorini
costumi Labàrt Design di Laura Bartelloni
foto e grafica Manuela Giusto
produzione Leviedelfool
con il sostegno di Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt)
durata 65’