Un’ironica atroce poesia
Prima tappa di lavoro
Questo lavoro, ispirato al romanzo di Victor Hugo, procede verso le derive della miseria umana.
Non vi è qui la pretesa di narrare le vicende del romanzo, sarebbe stato impossibile ed oltremodo insopportabile all’interno di un teatro, per di più assediato da pericolosi protagonismi.
Si è lavorato piuttosto con avanzi, residui emotivi, frammenti rimasti dopo un’esplosione e in attesa della grande catastrofe che concerne tutti, tutti noi presunti viventi.
Tra le apparizioni di Jean Valjant, Mabeuf, Eponine, Cosette e Fantine, troviamo anche quella di Adèle, la miserabile figlia di Victor Hugo morta nell’ospedale psichiatrico dove il padre l’aveva rinchiusa impazzita per un amore non corrisposto.
Milena Costanzo ha lavorato prima come attrice per vari registi quali Giorgio Barberio Corsetti, Claudio Morganti, Alfonso Santagata, Anton Milienin, Stéphane Braunschweig ed altri. Inizia le sue regie già mentre lavora come attrice e continua poi per un periodo con il collega Roberto Rustioni con il quale vince nel 2011 il Premio Ubu con il testo Lucido di Rafael Spregelburd. Prosegue da sola con la sua Trilogia della ragione ispirata ad Anne Sexton, Emily Dickinson e Simone Weil.
di Milena Costanzo
con Milena Costanzo, Rossana Gay, Savino Paparella e Francesco Pennacchia
musiche originali dal vivo di Elia Baioni
assistente alla regia Chiara Senesi
produzione Pim Off/Olinda onlus/Armunia
in collaborazione con TPE-Teatro Piemonte Europa
con il sostegno di Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt)
durata 60’