Nel mese Agosto, Armunia ha ospitato in residenza Michele Di Stefano, fondatore della compagnia MK e sette giovanissimi danzatori del Seoul Institute of The Arts, soggetto partner del progetto Crossing The Sea, finanziato dal bando Boarding Pass, che ha lo scopo di consolidare collaborazioni tra Italia, Medio Oriente, Asia, Oceania e Sud America.
Lo scorso luglio Michele Di Stefano, ha svolto a Seoul la prima tappa, proseguendo ad Armunia il secondo step che si è chiuso a La MaMa Umbria International il 18 Agosto. Tra gli ospiti, c’erano anche Andrea Paciotto, direttore del CultureHub Europe e professore presso il Seoul Institute of The Arts e la coreografa Ae Soon Ahn.
La proposta di ricerca è partita da Bermudas, spettacolo di Michele Di Stefano che ha vinto il Premio Danza&Danza come miglior produzione italiana nel 2018 e il Premio Ubu nel 2019 come miglior performance di danza. La particolarità di Bermudas sta nell’essere un sistema pensato per un numero variabile di interpreti, basato su regole semplici ma rigorose. Grazie a quesa struttura, la coreografia è stata trasmessa ai danzatori coreani dando vita a B E R M U D A S _ Seoul Sunrise, andato in prova prima a Seoul, poi ad Armunia e infine presentato Spoleto per la Mama Umbria.
Quando abbiamo incontrato Michele, Andrea e i danzatori, eravamo nella pineta di Castiglioncello, ai piedi del Castello Pasquini, per aiutarli a frugare tra i banchi del mercato in cerca di ispirazioni per i costumi della performance. Le idee di Michele Di Stefano erano chiarissime e noi abbiamo solo provato ad immaginare l’effetto che sarebbe scaturito dalle scelte cromatiche.
Il risultato delle sue intuizioni è esploso, insieme alla fluidità della coreografia, sul palco del Teatro Nardini e quando i sette studenti hanno indossato le texture luminose, i pattern ricchissimi e i colori fluo, Bermudas è diventato ancora più ipnotico incollandoci alla performance.
Durante le prove il gruppo è stato raggiunto dalla drammaturga Rita Frongia. Il suo prezioso sguardo ha nutrito quel processo, rispondendo al desiderio di ibridazione portato avanti da Armunia sul tema della fusione tra le arti.
Tra le atmosfere trance e techno del tappeto musicale, durante la restituzione abbiamo riconosciuto i brani degli Underworld, diventando noi stessi parte del vortice sempre nuovo e vitale generato dai danzatori.