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THEY: la ricerca intorno al movimento realizzata da Gruppo Nanou per Residenze Digitali

THEY è il nome del progetto che il Gruppo Nanou ha sviluppato per questa edizione di Residenze Digitali, un percorso di ritratti che andrà a comporre una pinacoteca coreografica sulle identità di alcuni danzatori della compagnia. La Residenza Digitale, che si è svolta dal 1 al 10 Agosto, è cominciata con un laboratorio a cui hanno partecipato venticinque danzatori esterni alla compagnia, per indagare quali opportunità linguistiche che potessero formulare al meglio l’interazione fra dispositivo e corpo.

Nei primi giorni di residenza abbiamo parlato con Marco Valerio Amico, fondatore del Gruppo insieme a Rhuena Bracci e Roberto Rettura, per approfondire i temi e gli sviluppi del progetto. Marco ci racconta che il tema del lavoro è la trasformazione del corpo da uno stato ad un altro, come nel passaggio da adolescenza ad età adulta, sotto lo sguardo costante del video. Il richiamo all’adolescenza in senso morfologico si ritrova nei riferimenti cinematografici e iconografici a cui i nanou si ispirano, facendo emergere atmosfere e colori suggeriti dalla passione per il cinema e, in particolare, per il lavoro di Sofia Coppola e Gus Van San. 

Cerchiamo allora di entrare nel vivo di THEY e di scoprire insieme a Marco come il gruppo ha affrontato la prima settimana di ricerca per Residenze Digitali. I Nanou ci spiegano che hanno lavorato sull’uso dei dispositivi tecnologici, per dare allo spettatore la sensazione di trovarsi sia dentro i movimenti coreografici che fuori, grazie all’utilizzo di telecamere sportive gestite dalla coreografa Rhuena Bracci. Una riflessione sulla coreografia dello sguardo, quello della telecamera, che non si limita solo a osservare ma ad essere movimento dentro la danza. Una coreografia dell’immagine poiché la camera, come il corpo, crea e genera spazi. Così lo sguardo che ne emerge non è più solo immagine ma peso e dinamica. 

L’esperienza con Residenze Digitali e il lavoro su THEY confermano l’indagine dei nanou nel praticare formati coreografici diversi, che pratichino nuovi terreni senza dare per scontato le fruizioni tradizionali. I formati alternativi, secondo Marco, possono accogliere lo spettatore in una dimensione diversa da quella che il palco scenico riporta, mettendo in discussione la ritualità palco-platea e verificando possibili opportunità ancora tutte da scovare e verificare.  

Queste sono le principali indagini su cui la compagnia sta lavorando in attesa della presentazione proposta per la settimana delle Residenze Digitali. 

 

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