…nell’uomo (…) il centro deve essere quieto, che non è lo stesso che immobile. E’ proprio la quiete, al contrario, a consentire al centro di muovesi a modo suo, in conformità alla sua incalcolabile “natura”… (Maria Zambrano, Chiari del Bosco)
L’animalità e la sua pulsazione tra respiro e oblio, che sfugge al perimetro della narrazione, della favola, prende forma in questo lavoro con una scrittura coreografica che indaga le dinamiche relazionali e il declinarsi della grammatica del gesto. Sulla scena cinque presenze femminili, un quintetto-branco composto da figure marginali che, dalla porosità del tratto iniziale, acquisiscono spessore e si accendono nella ritualità del gesto o nel suo farsi costellazione complessa, abbondanza, discontinuità. Fiammate di chiarezza anatomica e di continue aperture al reale.
Sono figure che sfuggono incessantemente alla chiusura del segno, che rinegoziano e rinnovano costantemente la necessità di incontro e di scambio. Femminilità scalpitanti tra assimilazione e trasformazione.
Il branco balbetta e viene sfibrato dall’irruenza e dallo strappo delle singolarità.
concept Simona Bertozzi, Marcello Briguglio
ideazione e coreografia Simona Bertozzi
interpreti Miriam Cinieri, Lucia Guarino, Francesca Duranti, Stefania Tansini, Simona Bertozzi
musica originale Francesco Giomi
progetto luci e set spazio Antonio Rinaldi
collaborazione teorico-compositiva Enrico Pitozzi
costumi Micol Guizzardi
organizzazione Federica Furlanis
ufficio stampa Michele Pascarella
foto di scena Futura Tittaferrante
produzione Nexus 2014
con il contributo del Fondo per la Danza D’autore/Regione Emilia Romagna
con il sostegno di Emilia Romagna Teatro Fondazione
con la collaborazione del Comune di Bologna
durata 55’