Rapimenti è un tentativo ostinato di dialogo tra due linguaggi, musicale e teatrale, che si inseguono, si sfiorano, ma più che altro si perdono. Gli sconfinamenti portano prima o poi al vuoto, tutto da esplorare, da ascoltare. Come spiegano il loro affiatamento un musicista e un attore che non hanno mai lavorato insieme, se non in una minima frequentazione durante la propria infanzia, nelle proprie origini perdute e improvvisamente ritrovate su un palco?

Il viaggio a ritroso va oltre l’infanzia, fino a un passato mitologico che riguarda la minaccia di un passaggio di Orlando Furioso dalla Murgia pugliese, precisamente dalla città di Altamura. La sola notizia basta a gettare scompiglio tra i paesani, il pericolo incombente mette tutti alla prova, è difficile mantenere i nervi saldi, ci si chiede come affrontare il problema, o dove scappare. Le risposte non vengono se non come immagini e suoni che affiorano da un passato ancora più lontano.

“…Da bambino eri una coscienza e un’identità in mutamento, che si andavano formando. E che nel formarsi imparavano a… dimenticare. Hai dimenticato molto eppure continueranno ad apparirti visioni confuse di altri tempi, di altri luoghi su cui si soffermò il tuo sguardo di bambino e che oggi ti sembrano sogni. Ma forse erano segni, non sogni, segni… da dove venivano?”
J.London