ARMUNIA
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Delirio Sinfonico, una composizione a 6 mani per organetto e phon

Cosa succede se due musicisti e una regista decidono di scrivere una storia su un phon? Ce lo hanno raccontato bene Francesco Berrafato, Giulia Grassi e Anna Ida Cortese durante la residenza ad Armunia  con lo studio di Delirio SinFONico. Francesco, Giulia e Anna Ida si sono incontrati artisticamente nel 2020 e attualmente lavorano al loro secondo progetto insieme. Delirio SinFONico nasce dall’insolito desiderio di Francesco Berrafato di realizzare, prima o poi, un’opera con il fon. L’incontro con Anna Ida Cortese, ha permesso a questa curiosa idea di concretizzarsi in una performance che sposa musica, teatro e FON.

Per alcuni, potrebbe non essere scontato il motivo per cui proprio il phon è stato individuato come protagonista di una storia in teatro, ai più social sarà invece noto come dal 2017 circa, il fon e il suo suono siano diventati un fenomeno virale. Ancora oggi in rete e sui social può capitare di imbattersi in video dove si può ascoltare il suono del phon, anche per la durata di alcune ore, o le confessioni di chi lo usa abitualmente. Anche le principali testate giornalistiche hanno riportato lo strano feticcio accompagnate da un numero non sospetto di articoli di psicologia con diagnosi di fon-dipendenza. Francesco sul palco, ci ha dato contezza del fenomeno. Come ci racconta, basta aprire YouTube per rendersi conto della vastità dei fon-dipendenti nel mondo, per esempio un video di 30 minuti del solo suono di un fon ha raggiunto 25 milioni di visualizzazioni.

In Delirio SinFONico, attraverso il dispositivo teatrale, l’asciugacapelli si farà protagonista di una performance interattiva in cui musica e teatro si incontrano con leggerezza, coinvolgendo la platea. Il pubblico infatti, dopo aver preso coscienza della dilagante ossessione per i fon, sarà chiamato a far parte di un’orchestra sinFONica, per poi trovarsi a costituire un vero e proprio gruppo di ascolto per fon-dipendenti.

La questione da sciogliere, dopo aver esaminato i vari benefici apportati dall’uso smodato del fon, resta però un’altra. Sul palco Francesco Berrafato si mette in dialogo con gli asciugacapelli, ma mentre il loro uso ha un chiaro scopo, pensiamo ai benefici rilassanti legati al rumore bianco o all’aria calda, la funzione del protagonista non ci è chiara. Che cosa ha da dire? Cosa esprime il suono della sua voce? E in generale, cosa esprime il suono della nostra?

L’elettrodomestico sarà il mezzo per capirlo. Se il fon fosse solo un fenomeno virale non sarebbe stato in grado di diventare il protagonista di questa storia e c’è dunque una ragione diversa che lo lega a noi a prescindere dal suo uso, che è quella etimologica. La parola fon proviene dal greco phōnḗ che indica la voce, cioè quel rumore antico che diventerà poi parola. L’asciugacapelli come ci racconta Francesco, già a partire dalle sue radici etimologiche, offre il pretesto per stupire il pubblico e farci comprendere come l’essere diventati fon-dipendenti ha un legame arcaico e connesso al significato del parlare umano.

Con i suoi strumenti Francesco Berrafato insieme alla voce di Giulia Grassi, ci condurranno ad una riflessione sul significato delle parole, la cui regia è affidata a Anna Ida Cortese, che trova risposta nelle parole della poesia di Giorgio Caproni Una rosa, il “mantra“ che accompagna la performance. La poesia del 2002 recita così:

Buttate via
Ogni opera in versi o in prosa.
Nessuno è mai riuscito a dire
Cos’è, nella sua essenza, una rosa.

Francesco riprenderà questi versi più volte, anche insieme al pubblico con l’obiettivo di musicare insieme la poesia. Ma sono proprio le parole di Giorgio Caproni a condurci alla conclusione che le parole effettivamente non riescono ad esprimere ciò che vogliamo dire e neanche il fon, ma solo la musica. Il filo conduttore di Delirio SinFONico è la musica individuata come unico metodo per riuscire a dire ciò che realmente intendiamo comunicare. 

Le musiche dello spettacolo sono composizioni originali di Francesco Berrafato, all’organetto e di Giulia Grassi, pianista e cantante. Dal punto di vista musicale Delirio SinFONico segue due orizzonti di ricerca: la musica nata dall’interazione con il pubblico e le possibilità espressive del suono del fon. 

Durante le prossime residenze Francesco, Giulia e Anna Ida, metteranno più a fuoco l’elemento musicale, sia nelle parti di interazione con il pubblico, sia nella ricerca sonora di manipolazione del suono del fon. I tentativi finora si sono scontrati con i wattaggi delle sale prove e inevitabilmente dei fon stessi, rendendo la musica una componente fondamentale e pronta a sorprendere, per una performance accogliente e sempre diversa. 

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