ARMUNIA
banner image

QUANDO

21/01/2023 -> 27/01/2023

DOVE

Teatro Nardini - Rosignano Marittimo

TIPOLOGIA

Musica

DELIRIO SINFONICO
Un progetto di Francesco Berrafato

Il popolo dei fon ha qualcosa da esprimere. Due fon e un musicista organizzano un incontro con il pubblico per affrontare insieme una delicata questione: cosa esprime il suono della nostra voce? Delirio SinFONico proverà a dare una risposta. Perché i fon, perché un musicista e cosa c’entra il pubblico?
I fon, come dei burattini, daranno vita a diversi personaggi: una classe di bambini, anziani signori oppure psicologi ai quali il pubblico potrà confidare i propri pensieri.
Delirio Sinfonico è una performance in cui l’idea cardine è condividere l’azione artistica con gli spettatori che diventano parte di una orchestra sinfonica. Il fon, oltre che essere il protagonista, è anche uno strumento musicale e anche lui, come noi, è alla ricerca del suo proprio suono.

Residenze:
Maggio 2022 Mare Culturale Urbano – Milano
Ottobre 2022 Mare Culturale Urbano – Milano

Studi:
Primo Studio giugno 2022 – Teatro Antigone – Roma
Primo Studio ottobre 2022 – Mare Culturale Urbano – Milano

Il fon è e non è un fon. I numeri non mentono: nel mondo gli appassionati del suono del fon sono molti più di quanto si possa immaginare. Basta andare su YouTube per rendersi conto della vastità del fenomeno. Per fare un esempio: un video di 30 minuti del solo suono di un fon ha raggiunto 23 milioni di visualizzazioni mentre il video di Mamma Mia (della durata di 3 minuti e qualche secondo) dei Maneskin arriva a mala pena a 16 milioni di visualizzazioni.
Ma il fon è e non è un fon non solo per una semplice questione numerica. In breve: fon viene dal latino favonium, il vento caldo che in primavera fa sbocciare i fiori. Quell’aria calda che per gli antichi era il soffio vitale, l’anima, il calore della vita. Ma il fon è anche phonè: voce, suono inarticolato, rumore primitivo pronto a donarsi alla parola che verrà. Il fon assume così più significati già a partire dalle sue radici etimologiche, divenendo un interlocutore privilegiato, troppo spesso rimasto inascoltato. Indubbiamente asciuga ma al contempo canta, parla, si arrabbia, fa danzare l’aria, suona strumenti, invita il pubblico alla partecipazione. Il fon diviene il tramite per una performance in cui musica e teatro si fanno un tutt’uno con leggerezza.

Note di regia
La struttura dello spettacolo segue i versi della poesia di Giorgio Caproni Una rosa:
Buttate via
Ogni opera in versi o in prosa.
Nessuno è mai riuscito a dire
Cos’è, nella sua essenza, una rosa.

I fon, come se fossero dei burattini, daranno vita a diversi personaggi in maniera ironica: prenderanno le parti di una classe di bambini, oppure diventeranno anziani signori in fin di vita che si domandano cosa accade se si stacca loro la spina, infine saranno psicoterapeuti ai quali il pubblico potrà confidare i propri segreti o i propri pensieri.
La scenografia di carta igienica, estremamente essenziale, assume anch’essa diversi ruoli. Da una parte i rotoli di carta igienica saranno il corpo di ballo della scena, mossi dal vento dei fon. Inoltre, la carta igienica rappresenta catarticamente sé stessa: il mezzo ideale per pulire la sporcizia che ci circonda.
I cambi scena e le musiche di composizione originale dello spettacolo saranno affidati all’interazione con gli spettatori e spettatrici facendo in modo che lo spettacolo sia unico ed irripetibile nella stessa forma.
Delirio Sinfonico è un atto performativo in cui l’idea cardine è condividere e costruire insieme agli spettatori e spettatrici il momento artistico, così lo spettatore/spettatrice assume rilievo drammaturgico divenendo parte integrante dello spettacolo; sotto le poltrone degli spettatori e delle spettatrici saranno apposti dei cartellini indicanti dei ruoli: voci, percussioni, pause, bidello d’orchestra. Il fon è direttore di una grande orchestra in cui l’obiettivo finale è condividere un atto artistico, creando insieme quello che potrebbe definirsi un grande Delirio Sinfonico. Ad ogni performance, così, si darà luogo ad una narrazione diversa e originale.

Note musicali
Le musiche dello spettacolo sono composizioni originali di Francesco Berrafato e Giulia Grassi. Dal punto di vista musicale Delirio SinFONico segue due orizzonti di ricerca: la musica nata dall’interazione con il pubblico e le possibilità espressive del suono del fon.
La struttura musicale segue anch’essa la poesia Una rosa di Giorgio Caproni ed è costruita in modo tale che il pubblico possa diventare, nel corso della performance, una vera e propria orchestra. Per ottenere questo risultato il pubblico verrà diviso, attraverso l’assegnazione di cartellini indicanti i ruoli dell’orchestra, in quattro sezioni. Ad ogni sezione è affidata una frase della poesia di Caproni. Come in una orchestra sinfonica ogni sezione avrà un compito specifico funzionale alla musica. Tutte le sezioni insieme andranno a creare la colonna sonora dello spettacolo. Il fon, oltre che essere il personaggio principale in scena, viene indagato anche dal punto di vista musicale e dunque trattato come uno strumento a tutti gli effetti.
Ogni fon ha almeno due velocità alle quali corrispondono due altezze musicali specifiche: la tonica e la quinta. Attraverso l’utilizzo di un potenziometro siamo riusciti a modificarne il suono e a permettere allo strumento fon di variare la sua intonazione e la sua intensità sonora. Inoltre, stiamo sperimentando nuove sonorità e possibilità espressive del fon utilizzando la bocca come cassa di risonanza e l’aria prodotta dal fon come attivatrice di suoni.

Francesco Berrafato si è indirizzato verso la musica popolare e tradizionale studiando organetto sotto la guida del Maestro Alessandro Parente. Francesco collabora con diverse orchestre fra cui Il Giardino della Pietra Fiorita, fondata dal Maestro Parente; EtnoMusa, orchestra di musica tradizionale legata all’Università La Sapienza di Roma; Musaica, ensemble di musica etnica. Francesco ha collaborato con musicisti e artisti come Giovanna Marini, Antonello Salis, Lucilla Galeazzi, Moni Ovadia, Gabriella Aiello, Giuliana De Donno, Nando
Citarella, Claudia Bombardella, Ambrogio Sparagna. Francesco si è esibito in Italia, Francia, Inghilterra, in contesti come l’Auditorium Parco della Musica, la Basilica di Massenzio, l’Auditorium della Conciliazione, Roma; il Festival La Luna e i Calanchi, Matera; il Face Festival, Reggio Calabria; il Victoria&Albert Museum, la SOAS University, Londra; l’Istituto Italiano di cultura di Oslo, Norvegia.
Francesco ha preso parte a diversi progetti discografici sia in veste di esecutore sia di compositore e arrangiatore, fra cui: Storia di un antico suonatore di organetto, di Alessandro Parente ed edito dalla Emons Audiolibri; Musaica, album pubblicato dall’etichetta discografica RadiciMusic Records; Rosa& Dmitri, album in duo con la pianista classica Giulia Grassi edito anch’esso da RadiciMusic Records. Inoltre Francesco ha conseguito la Laurea Magistrale in Filosofia presso l’Università La Sapienza di Roma.

Anna Ida Cortese si laurea in Forme e Tecniche dello Spettacolo presso l’Università “La Sapienza” di Roma. La sua formazione artistica si compone di numerose esperienze nell’ambito attoriale dal 2008 al 2018: laboratorio di formazione permanente per attori del Teatro Libero di Palermo, Teatro del Lemming nel percorso pedagogico/ spettacolare Edipo dei Mille e numerosi laboratori, laboratorio permanente di creazione teatrale diretto da David Gallarello. Frequenta numerosi laboratori intensivi con: Bruce Myers, Mamadou Dioume, Nina Dipla, Giancarlo Sepe, Fay Simpson, Danio Manfredini. Affianca numerosi progetti teatrali in qualità di assistente alla regia, inoltre svolge attività di scrittura di progetti culturali, è consulente di organizzazione di diverse associazioni culturali e artistiche. Si occupa di cura e accompagnamento alla produzione artistica di Arturo di Nardinocchi/Matcovich, Romanzo di un’anamnesi di Sara Parziani, Hey Robot! di Welcome Project, supervisione e cura dei progetti di Putéca Celidònia. Lavora nella produzione, direzione organizzativa e artistica di CastellinAria – Festa Pop, Alvito (FR).

Giulia Grassi, musicista curiosa ed eclettica, è una pianista di formazione classica impegnata nella ricerca di punti di contatto tra diversi stili e culture musicali. Laureata in Piano Performance al Royal College of Music di Londra, Giulia si è esibita come solista e in numerosi ensemble in Italia, Ungheria, Regno Unito, Francia, Norvegia, Cina e Stati Uniti. Nel 2021 Giulia pubblica il suo primo album di musica per immagini, Drops. Alcuni brani dell’album vengono selezionati come colonna sonora per il documentario La prima donna che, andato in onda su Rai1, a cui Giulia partecipa anche come voce narrante.

Di e con Francesco Berrafato
Regia Berrafato/Cortese/Grassi
Assistenza e cura Anna Ida Cortese
con il supporto di Mare Culturale Urbano – Milano

CONDIVIDI RESIDENZA