12/11/2025 -> 19/11/2025
Teatro Nardini - Rosignano Marittimo
Teatro
...non v'è peggior spossessamento, peggior privazione, forse, di quella dei vinti nella lotta simbolica per il riconoscimento, per l'accesso a un essere sociale socialmente riconosciuto, cioè, in una parola, all'umanità.
Pierre Bourdieu
In un periodo di crisi esistenziale, che predispone al delirio, ci si guarda intorno e si viene travolti da un senso generale di insensatezza. Letteralmente: perdita progressiva del senso.
Prigionieri del caldo e di prospettive apocalittiche, di furie belliche ormai sdoganate, di luoghi comuni che tutto mescolano e appiattiscono, di una paranoia dilagante, di gabbie emotive, cognitive, linguistiche, di rabbie tanto informi quanto incontenibili ci si chiede: come comporre frammenti di tutto questo in uno spettacolo teatrale?
Risposta: tuffiamoci nel delirio, per rappresentarlo.
Nasce così Gran Bazar: il caos nelle vesti di un grande magazzino ambulante che vende beni assortiti e insensati, insetti sotto vuoto, specchi per guardarsi dentro, oroscopi, sedute di psicoterapia in pillole. Tutto mischiato, sopravvivenza e magia, consumismo e tristezza, perdita del futuro e divertimento a buon mercato.
Eppure si spera, ci si dispera, si osservano riti e abitudini ormai stranianti. Il caldo è bestiale, l’acqua scarseggia, esplosioni si susseguono senza un motivo comprensibile, si vive in non meglio precisati sotterranei ma si consuma, ci si consola con beni superflui, si mangiano larve sotto vuoto sognando la pioggia, le stelle, le foreste. La vita continua, anche nel delirio.
In un mondo popolato da uccelli spazzini, che si nutrono di cadaveri e si librano su un panorama di rovine, si consuma il dramma dell’uomo contemporaneo.
Tra carcasse di ideali e resti di sogni irrealizzati, emerge un protagonista rassegnato: un moderno Prometeo che, forse, ha tentato di ribellarsi, ma ha finito per abbandonare la lotta. La sua esistenza si intreccia con una società dove la storia è un’eco lontana e gli ideali sono stati seppelliti da un individualismo cieco, governato dalla merce e dal consumo come unico Dio.
Lo spettacolo si dipana come un circo eccessivo e grottesco, in cui la spettacolarizzazione della realtà raggiunge il parossismo. Il linguaggio, svuotato di complessità, si riduce a suoni semplici e volgari; il gusto si appiattisce, trasformandosi in una celebrazione compulsiva del banale. La volgarità non è più un tabù, ma una regola aurea, che si moltiplica e si riflette ovunque: nei gesti, nei dialoghi, nella vita.
Tra luci accecanti e musiche stridenti, il protagonista vaga, intrappolato in un mondo che ha scelto l’apatia e il consumo come unica via di fuga.
Gran Bazar è uno spettacolo che invita a riflettere sulle derive del nostro tempo, proponendo una critica tagliente, ma al tempo stesso carica di una struggente malinconia per ciò che è andato perduto.
Un’esperienza che non offre risposte, ma pone domande: cosa accade quando rinunciamo a combattere?
Kronoteatro nasce ad Albenga nel 2004, fondato da Tommaso Bianco, Alberto Costa, Vittorio Gerosa, Gabriele Lupo, Alex Nesti, Nicolò Puppo, Matteo Tonarelli e Maurizio Sguotti.
La prima produzione Orfani_la nostra casa, che debutta nel 2008 al Napoli Teatro Festival sezione fringe, è il primo capitolo del progetto FAMILIA_una trilogia che con Pater Familias_dentro le mura (vincitore Fringe2Fringe Napoli Teatro Festival 2011, finalista Rete Critica 2012) e Hi Mummy_frutto del ventre tuo, (Primavera dei Teatri 2012) indaga i rapporti e gli scontri generazionali.
Kronoteatro inizia un'altra trilogia, il Trittico della Resa, che indaga i meccanismi dell'esercizio del potere. Questo progetto si compone di Cannibali, (debutto Short Theatre festival 2015) ed Educazione Sentimentale, (debutto Festival delle Colline Torinesi 2017) e Cicatrici, dal Tieste di Seneca, che ha debuttato alla 46° Biennale di Venezia.
Nel 2019 debutta il cabaret razzista Sporco negro vincitore dei Teatri del Sacro 2019 e Sangue del mio sangue presentato in anteprima al festival Primavera dei Teatri di Castrovillari e che ha avuto la prima nazionale nel giugno 2019 al Festival di Asti.
Nel 2021 inizia una collaborazione con la compagnia Maniaci d’Amore che sfocerà nello spettacolo coprodotto dal Teatro Nazionale di Genova La Fabbrica degli Stronzi che debutta nel settembre 2021 al festival Contemporanea di Prato.
Nel 2022 produce lo spettacolo per ragazzi Renart - processo a una volpe che debutta al Festival di Vimercate vincendo il Premio città di Vimercate.
Nel 2023 debutta al Festival Primavera dei Teatri con Big in Korea un secondo progetto in collaborazione con Maniaci d'Amore coprodotto dal Teatro Nazionale di Genova.
Nel 2024 in collaborazione con la danzatrice e coreografa Francesca Foscarini ha lavorato al progetto-spettacolo Peradam.
Nel 2025 in collaborazione con Francesca Sarteanesi ha debuttato al Teatro Elfo Puccini di Milano Un po' meno fantasma coprodotto dal Teatro Nazionale di Genova.
Kronoteatro nel 2018 è stato invitato da Antonio Latella alla 46^ Biennale Teatro di Venezia con una personale di 3 spettacoli.
Kronoteatro è riconosciuto, dal 2015, dal MIBACT come Impresa di produzione.
Kronoteatro è inoltre organizzatore di eventi.
Organizza e dirige dal 2010 Terreni Creativi - festival delle Valli ingaune, vincitore del Premio Rete Critica 2017 come “Miglior progetto di comunicazione” e del Premio Garrone 2016 e vincitore del Premio UBU nella categoria “Miglior curatela / organizzazione”nel 2022.
Il nucleo di Kronoteatro è costituito da Maurizio Sguotti, Alex Nesti e Tommaso Bianco.
A collaborare sono i drammaturghi e attori Maniaci d'Amore, la danzatrice e coreografa Francesca Foscarini, la regista, attrice ed autrice Francesca Sarteanesi, la drammaturga Fiammetta Carena, le scenografe Francesca Marsella, Rebecca Ihle e Emanuela Pischedda, la coreografa Nicoletta Bernardini, il compositore Enzo Monteverde, il musicista Manu Dj, il fotografo e grafico Nicolò Puppo, il video maker Gabriele Lupo, il video animatore Fabio Ramiro Rossin, il light designer Amerigo Anfossi, lo scultore Christian Zucconi, il fotografo Luca Del Pia.
di Fiammetta Carena
con Marco Rivolta, Maurizio Sguotti, Marco Taddei, Filippo Tampieri
scene e costumi di Emanuela Pischedda
movimenti Francesca Foscarini
regia Maurizio Sguotti
produzione Kronoteatro