Morte Araba: La Genesi si basa sulla storica performance realizzata da Maurizio Saiu nel 1998 per la danzatrice Cornelia Wildisen. Dopo 17 anni, il coreografo ne recupera le matrici: la sperimentazione di danze brevi, a partire dai potenti assoli creati da Mary Wigman negli anni 30; la fascinazione per il cinema muto, incarnato negli stessi anni dalla diva Theda Bara; la volontà di esplorare le nozioni di staticità, monumentalità e frontalità tipiche dell’arte funeraria; l’interesse per l’esotismo manierato dell’estetica orientalista primonovecentesca attraverso le sembianze della danzatrice statunitense Ruth St. Denis.
La creazione si è trasformata oggi in un duo nel quale, parallelamente alla ricostruzione della coreografia originale, Saiu organizza, in un’inedita concrezione immaginifica, le figure che fecero da conduttore alla prima versione del lavoro.
MORTE ARABA: LA GENESI si annuncia dunque come prequel dello spettacolo-fonte, in cui “pre” e “post” - “prima” e “dopo” - viaggiano parallelamente in una sempre più urgente discussione intorno ai temi della morte, dell’alterità e della differenza.
Maurizio Saiu è considerato uno degli esponenti storici della danza d’autore in Italia.
Dopo la formazione, negli anni 80, con Merce Cunningham e le diverse esperienze con l’avanguardia newyorkese, inaugura dagli anni 90 un proprio originale ed esoterico percorso di creazione coreografica. Nei suoi spettacoli, Saiu intreccia tradizione popolare e arte contemporanea, musica, danza e sperimentazione vocale, in una tensione estetica visionaria e stilizzata. Amato dalle ultime generazioni di artisti, torna oggi con un nuovo progetto triennale, di cui Morte Araba: La Genesi è il primo atto
creazione coreografica Maurizio Saiu
con Maurizio Saiu e Elisabetta Di Terlizzi
progetto visivo Maurizio Saiu, Aldo Tilocca
musiche Daniele Ledda
luci Roberto Cafaggini
violino Sergio Tifu
realizzazione costumi Salvatore Aresu
realizzazione maschere Arianna Caredda
produzione Teatro di Sardegna/TIR Danza
durata 50’