ARMUNIA
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QUANDO

19/08/2020 -> 28/08/2020

DOVE

Teatro Nardini - Rosignano Marittimo

TIPOLOGIA

Teatro

NEL LAGO DEL COR
Un progetto di Danio Manfredini

Il sonno è abitato dai fantasmi che tornano, un uscire dal lager per rientrarci continuamente in un incubo ricorrente, quando di notte il presente del sonno e il passato si condensano nel sogno in una dimensione fatta di miseria, morte, pioggia, neve, freddo, paura.

Il deportato appare come un fantasma, figura onirica, il giovane che era nel lager.
Un soldato liberatore del lager appare con le sembianze di un angelo accompagnatore per rientrare in quell’inferno: con la musica, il canto, la presenza, rende più sopportabile l’entrata in un mondo duro che contempla in continuazione la vita come la morte.

Il deportato cade lì, in quel varco della coscienza, un buco nero che ha accompagnato l’esperienza di molti sopravvissuti ai lager, segnati in seguito da quella che fu definita “sindrome da campo di concentramento”.

Le parole del deportato sono stralci di dialoghi, frasi salvate dalla memoria, suoni di lingue diverse in una strana Babele e si intrecciano alle canzoni dell’angelo che eleva il lamento umano alle sfere celesti.

Nella pittura che viaggia sempre sul fondale con un flusso inarrestabile di immagini, si imprimono le selezioni, il lavoro forzato, le camere a gas, i crematori… il viaggio nell’immaginario prende forme acquarellate, bianchi, neri ma anche colori più decisi, forme più materiche, a tratti lisergiche e fanno da motore al movimento fisico del deportato che sembra spinto dal vento, dalla pioggia, dagli spari o dal silenzio.
Le parole recitate, la musica, la danza, la pittura sono sempre insieme, stratificate. È Il tentativo di raccogliere in questa rete le emozioni, attraverso i poveri mezzi del teatro, e la complessità di quell’esperienza umana.

Perché occuparsi di questo tema? Perché cercare di farne un’opera teatrale?
Per ricordare tutte quelle vittime innocenti e i sopravvissuti?
Perché in quel concentrato di mondo si sono condensate le più potenti pulsioni umane?
Alla fine l’ho fatto e basta. Quando mi dispongo ad attraversare l’esperienza, mi si aprono squarci inaspettati, qualcosa di più grande della mia comprensione o raziocinio.
Del resto, un sogno, un incubo, non è facilmente spiegabile e mi inchino al mistero.
Dedico questo lavoro ai sopravvissuti perché le loro parole sono state una guida e lo dedico come un requiem, a tutti coloro che sono morti in quei lager senza lasciare traccia.
Danio Manfredini

di e con Danio Manfredini
musiche composte ed eseguite dal vivo da Francesco Pini
aiuto regia Vincenzo Del Prete
dipinti e maschera Danio Manfredini
progetto audio Marco Olivieri
progetto luci Giovanni Garbo
scenografo Rinaldo Rinaldi
costruzione scena Alan Zinchi, Officine Contesto
editing video Ivano Bruner
sarta Tina Cucci
direzione tecnica Guido Pastorino
produzione La Corte Ospitale
con il sostegno di Théâtre du Bois de l’Aune
in collaborazione con Armunia Rosignano Marittimo

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