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Niccolò Fettarappa esplora il grido di una generazione soffocata con LA SPARANOIA

Venerdì 21 Ottobre, Niccolò Fettarappa Sandri (classe 1996) al termine della sua residenza artistica ha presentato in Sala Danesin a Rosignano Marittimo, lo sharing di LA SPARANOIA – Atto unico senza feriti gravi purtroppo (titolo provvisorio), di cui è autore e interprete insieme a Lorenzo Guerrieri.

LA SPARANOIA, prodotto da Sardegna Teatro, è il suo secondo lavoro ed è il ritratto di una condizione, quella giovanile, completamente dimenticata in questo tempo danneggiato. Il percorso drammaturgico di Niccolò Fettarappa si è nutrito dell’esperienza avuta nella Scuola di Drammaturgia – “Scritture” diretta da Lucia Calamaro ed è iniziato nel corso del primo lockdown. In questo tempo sono emerse riflessioni poi approfondite nei periodi creativi ad Armunia tra Agosto e Ottobre. Il lavoro, ancora in fase di studio, prevede evoluzioni sia nei costumi che negli oggetti di scena, per debuttare in versione finale nell’estate del 2023. 

SPARANOIA = sparatoria + noia, ci spiega l’autore, parla di una generazione di giovani sovrastati dalle brutte notizie e repressi in ogni tentativo di ribellione che vivendo confinati in casa, sono senza via d’uscita. Niccolò Fettarappa prova a dar voce a questo disagio nel tentativo di raccontare l’ipotetico sogno di una generazione che trama il colpo di stato. Lorenzo Guerrieri sul palco con lui, incarna invece l’antitesi che ostacola e intimorisce ogni tentativo eversivo.

LA SPARANOIA, è un testo scritto da un giovane ma che parla a tutti, anche e soprattutto agli adulti. Il testo da un lato è un invito ritrovare la forza della ribellione e il coraggio delle piazze manifestanti, rimandando nostalgicamente a quelle generazioni che con baffi e barbe fecero la storia della politica, dall’altro è una aspra critica al paternalismo che indebolisce i giovani la loro autostima. Niccolò Fettarappa, si trova infatti a esporre i temi della attuale sinistra, definita “timida”, al cospetto di un ipotetico ministro mentre è seduto su una seggiolina gialla. Nei panni del Ministro, Lorenzo Guerrieri intimorisce Niccolò invitandolo, piuttosto che a far politica, a “bere dei succhetti” e a realizzare una lotta di classe edulcorata. Il ministro in scena evoca i rischi e le paure date dai lanci di fumogeni, portando nuovamente il suo povero interlocutore a rinchiudersi fra le mura della sua casa sperando di trovare in un “coccolino allucinogeno” un’altra ispirazione per un nuovo colpo di stato.

Nella SPARANOIA, Niccolò Fettarappa tende a ridurre gli elementi scenici e ad includerli nella partitura drammaturgica come metafore di ordinaria e piatta quotidianità. Singolare, è la presenza di uno stendino per il bucato che si fa prima studio per notiziari, poi seggio elettorale, poi carcere e infine Parlamento. Per ora, insieme alla seggiolina gialla e allo stendino abbiamo intravisto un tappeto da gioco a forma di puzzle che ha la dimensione esatta di un metro quadro. Questa unità di misura non casuale, è allegoria di una claustrofobica dimora o per meglio dire di una claustrofobica condizione esistenziale.

In attesa della versione finale ci chiediamo se Niccolò riuscirà finalmente a sfondare i muri di casa per fare il colpo di stato. Per ora, il primo studio preannuncia un’esperienza tagliente e imprevedibile.

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