Inequilibrio compie 18 anni. Potremmo giocare facilmente sulla maggiore età raggiunta, ma vogliamo mantenerci inequilibrio tra la leggerezza dell’adolescenza e la responsabilità dell’età adulta. Per questo continuiamo a chiederci come fare di questo luogo, uno spazio pubblico dell’espressione artistica, che faciliti il dialogo dentro la comunità. Non sono pensieri oziosi e peregrini. In un quadro generale schiacciato tra norme logaritmiche e centralizzazione di luoghi e spazi secondo una logica (logica?) volta al risparmio tutta da dimostrare. Tra giovanilismi e anzianità di servizio (e di potere), l’assenza di idee e contenuti appare essere all’ordine del giorno. Tra spinte a fare della cultura l’ancella di una malriposta idea di sviluppo turistico e l’omologazione generale del pensiero e dei bisogni, quando si giunge a diciotto anni, riflettere su come procedere è fondamentale. Lo è per tutti, lo è a maggior ragione per una struttura periferica e piccola come Armunia a Castiglioncello, che da sempre cerca di favorire con la cultura e l’arte lo sviluppo civile. Radicamento, disseminazione, creazione di spazi di dibattito sociale sono per noi i princìpi ispiratori della direzione da seguire. Per questo insistiamo sul concetto di politica delle residenze come garanzia e opportunità di conoscenza alternativa e plurima. Dimore per artisti come dimensione aperta e solidale verso un mondo che continua ad essere sempre più “grande e terribile” (A. Gramsci).
Il Festival, che trova in questa pratica il suo humus vitale, accade tutti gli anni da diciotto anni ormai. E’ un’ opportunità per vedere, partecipare, vivere qualcosa di bello, interessante, gioioso costruito secondo una minuziosa ricerca di equilibri in bilico fra desideri, possibilità e intuizioni. Noi ci proviamo, consapevoli della responsabilità ricevuta, in controtendenza rispetto alle mode e dei like, che spesso indirizzano anche il gusto artistico e non ci riusciremmo senza il prezioso aiuto degli artisti, degli operatori, dei giornalisti e delle risorse pubbliche e private. Il Festival ci permette di pensare al futuro e andare oltre con lucidità lungimirante. Per festeggiare i suoi 18 anni, con onore e piacere Inequilibrio accoglierà un nuovo ospite: il Premio Lo Straniero, che prende il nome dal mensile di arte, cultura, scienza e società diretto da Goffredo Fofi. Il premio nei suoi incontri pubblici vedrà la presenza di tanti uomini e donne della cultura e dell’arte italiana. A Castello Pasquini inoltre sarà inaugurata la mostra Una storia di segni. Le incisioni di Tullio Pericoli.
Una scommessa, la diciottesima, e la rinnovata volontà di mantenere Inequilibrio unico, autentico e libero.
Angela Fumarola
Fabio Masi
disegno di Agata Monti
La leggiamo, la scriviamo, la diciamo, la ascoltiamo, la cerchiamo la perdiamo. La parola è un segno, un segno che si scambia. E come ogni creazione umana una volta prodotta se ne perde il possesso; possiamo ben calibrarla certo, ma non possiamo controllarla: la parola non è mai universale. A meno che, per l’appunto, decidiamo di scambiarla, consapevolmente. Allora diventa qualcos’altro, diventa ponte, diventa comun(ic)azione.
Per entrare nel mondo di Inequilibrio non possiamo che partire da qui, dalla parola che prima di essere teatro si fa scambio. Giunto alla sua XVIII edizione, il festival di Castiglioncello si apre infatti con due appuntamenti incentrati proprio sul gesto nascosto della parola, vale a dire su ciò che comunemente con non poche ambiguità chiamiamo poesia. Ci ritroviamo così, però, al punto di partenza, che cos’è la parola? e che cos’è la parola in poesia?
Spesso la si confonde con la metrica, con la retorica, con la fonetica, perché il primo approccio è scolastico-didattico, ma la poesia è innanzitutto azione, non astrazione estetizzata. Poesia deriva da ποιεῖν pôiein, che in greco antico stava per “fare, produrre, creare”. Ed è proprio qui che ci porta, o dovrebbe portarci, la parola poetica: alla creazione. La poesia, dunque, è ciò che svincola la parola dalla sua mera strumentalità; ciò che ne recupera la percezione globale quale idea suono e oggetto; ciò che trasforma insomma il pensiero in opera.
Per introdurci alla voce del teatro, Armunia (direzione Angela Fumarola e Fabio Masi) decide di cominciare con l’arte dell’evocazione, affidandosi a due nomi imprescindibili della nostra poesia: Alighieri e Campana.
La storica compagnia di post-avanguardia Lombardi-Tiezzi (già Carrozzone e Magazzini Criminali) recupera Dante Inferno – un’esperienza del 2000-01, in cui la prima cantica dantesca veniva mescolata e contaminata con i versi di altri poeti del secolo scorso (Pasolini, Gramsci, Pound) – e la traspone ora su un piano ancora più ampio. Inferno Novecento, infatti, si imbarca sulla zattera sempre nuova sempre vecchia della Commedia per attraversare la tempesta storico-culturale del Ventesimo secolo. Cono di luce, leggio, abiti scuri, Sandro Lombardi e David Riondino intrecciano le terzine dell’Inferno con le colonne della cronaca, all’entrata del regno troviamo così Fellini, Masina, Mastroianni, Nono, Bobbio, volti del passato e volti del presente, Al Fayed e Lady D ci appaiono come moderni Paolo e Francesca, e poi ci sono i nuovi suicidati della società come Marilyn Monroe e Haydee Santamaria eredi di Pier della Vigna, o ancora Brunetto e Dante che rivivono in Warhol e Lou Reed, per giungere alle stragi dell’Isis, alle torri gemelle e infine fuori a rivedere le stelle.
Una commistione di storia e icone, giornalismo e poesia, concettualmente interessante (magnetica, come sempre, la voce di Lombardi), ma che tuttavia nella sua totale eterogeneità di ingredienti e soprattutto di linguaggi rischia l’effetto pastiche pop (drammaturgia originale Fabrizio Sinisi); effetto che seppur non così distante in fin dei conti dallo spirito medievale della Commedia, nella sua continua alternanza di registri spezza decisamente l’azione poetica. Così il ponte sembra rimanere sospeso, la parola cadere.
Di segno completamente opposto, l’appuntamento con Claudio Morganti e i Canti di Dino Campana. Entrando alla sala del thè del castello Pasquini, difatti, si ha subito l’impressione di essere attesi a un incontro: Morganti è già lì, in abiti larghi, seduto su un cajon, giocherella con le percussioni di un pad controller, invita i suoi ospiti a sedersi ai tavoli della piccola stanza affrescata, a favorire della frutta e del vino che lasciato su di essi, mentre attende con piacere. Ma l’attesa non sarà preludio a uno spettacolo e qui si nasconde il prezioso paradosso dell’incontro.
Morganti ha bisogno del pubblico eppure ne è completamente indifferente; per convenzione, artista e spettatori non possono fare a meno di essere lì, convocati per un evento, ma come dimostra l’aria informale di questo incontro non hanno bisogno di mentirsi a vicenda, di riversarsi cioè delle aspettative: per instaurare uno scambio basta innanzitutto esserci. L’uno e gli altri, allora, saranno voce e orecchie semplicemente, di una semplicità ritrovata , e a unirli nella “creazione” la parola poetica di Dino Campana.
Questa nuova edizione del festival sembra dunque volere inaugurare un percorso alla visione che prima di tutto si fa consapevolezza della propria presenza. Esserci per ritrovarsi, esserci per scoprirsi. Ecco allora che se la poesia ci dona le chiavi dell’evocazione, il teatro ci immerge in essa.
Il confine tra arte, incontro e scambio scompare.
– Inequilibrio 2015. Dal 24 al 28 giugno e dal 1° al 5 luglio al Castello Pasquini –
24
Mercoledì
17:00:00
Inequilibrio - Teatro
GABBIANI NELLO SPAZIO
Compagnia Garbuggino/Ventriglia - Teatro Florenskij
Sala del Camino Castello Pasquini
24
Mercoledì
20:00:00
24
Mercoledì
23:30:00
24
Mercoledì
21:00:00
24
Mercoledì
22:15:00
25
Giovedì
17:00:00
Inequilibrio - Teatro
GABBIANI NELLO SPAZIO
Compagnia Garbuggino/Ventriglia - Teatro Florenskij
Sala del Camino Castello Pasquini
25
Giovedì
20:00:00
25
Giovedì
21:30:00
25
Giovedì
23:00:00
26
Venerdì
19:00:00
26
Venerdì
20:15:00
26
Venerdì
21:15:00
Inequilibrio - Teatro
LA RIUNIFICAZIONE DELLE DUE COREE
Ente Teatro Cronaca/Alfonso Postiglione
Tenso Sotto Castello Pasquini
26
Venerdì
23:15:00
Inequilibrio - Teatro
SILENZI
Compagnia Angelini-Serrani/Teatro Patalò
Sala del Camino Castello Pasquini
27
Sabato
19:30:00
27
Sabato
22:15:00
Inequilibrio - Teatro
LA RIUNIFICAZIONE DELLE DUE COREE
Ente Teatro Cronaca/Alfonso Postiglione
Tenso Sotto Castello Pasquini
27
Sabato
18:30:00
27
Sabato
19:30:00
27
Sabato
21:00:00
Inequilibrio - Danza
ANIMALI SENZA FAVOLA
Compagnia Simona Bertozzi / Nexus
Tenso Sopra Castello Pasquini
28
Domenica
21:00:00
28
Domenica
23:00:00