con il contributo dei bambini e delle bambine della
1 C, 3 A, 3 B, 3 C della Scuola Primaria E. Solvay
e della 1 B, 3 A della Scuola Primaria Europa
“La banana all’esterno ha un aspetto, la sbucci e all’interno ce ne ha un altro.
Se una persona da fuori è bella,
dentro può darsi di no.
Noi umani ce l’abbiamo la buccia.
ci sbucciamo anche noi.”
Sbucciare è anche andare sotto la superficie, per arrivare al succo. Richiede tempo, abilità, strumenti e attenzione. Per questo Gli Omini vorrebbero continuare ad ascoltare i bambini, accumulare ancora parole e storie, per arrivare a comporre un ritratto dell’infanzia d’oggi, fatto da centinaia di voci.
La parte fissa dello spettacolo è tutta in mano a Bobby, enorme alieno a capo dei Bobbies, esseri simili a lui, ma molto più piccoli. I Bobbies hanno appena terminato una missione sulla Terra, erano stati mandati lì da Bobby per capire qualcosa di più sugli esseri umani, ma gli unici che li hanno degnati di uno sguardo sono stati i più piccoli.
Da questa premessa prende vita il gioco di Sbucci, dove due adulti porteranno la parola di centinaia di bambini per parlare di ferite, rabbia, adulti e fratelli, maschi e femmine, fantasia e paure, risse, amici e solitudine. Un gioco fatto di emozioni, sorprese e contenuti spiazzanti, tutt’altro che infantili.
Una parola può essere uno sbuccio. A volte puoi anche sbucciare le persone se le metti da parte. Sembra che uno ti sbuccia quando ti esclude.
Gli Omini nascono nel 2006, per volontà di tre ragazzi di campagna di fare del teatro il proprio mestiere. Uniti da una natura comica e malinconica, dalla curiosità per la gente e dall’esigenza di formare il proprio pubblico, i tre toscani iniziano a girare l’Italia con un progetto sociale e antropologico dal nome Memoria del tempo presente. Ovunque vadano, Gli Omini assorbono, ascoltano le persone che incontrano per strada, registrano, scrivono e vanno in scena davanti agli spettatori, che irrimediabilmente si riconoscono nelle bizzarre miserie ritratte, come di fronte a uno specchio rotto. Da allora Gli Omini portano avanti il metodo, coltivando un vasto repertorio di spettacoli e un archivio di materiale umano in costante crescita. Oltre a questa passione per la gente comune, Gli Omini sono esperti di Santi. Le nuove icone disegnate da Luca Zacchini fanno giocare il pubblico dal 2011 e sono entrate in un libro edito da La nave di Teseo: Pesci, Santi e Madonne.
Nel 2014 il gruppo riceve il Premio Enriquez come “compagnia d’innovazione per la ricerca e l’impegno civile” e nel 2015 il Premio Rete Critica come “miglior compagnia dell’anno”, con gli spettacoli La famiglia Campione e Ci scusiamo per il disagio.
Ideato e prodotto da Gli Omini
Con il sostegno di Fondazione Teatro Metastasio
Drammaturgia Giulia Zacchini
Con Francesco Rotelli e Luca Zacchini