ARMUNIA
EPIPHANĪA
EPIPHANĪA
QUANDO

2025-07-04 -> 2025-07-04

DOVE

Teatro Nardini - Rosignano Marittimo

TIPOLOGIA

Danza

BIGLIETTO
Compagnia Abbondanza/Bertoni

EPIPHANĪA

Mi rendo manifesta

prima nazionale

Il battito dell’inizio 
Continuiamo a volgere l’attenzione al femminile, al bagaglio di contraddizioni che ancora porta con sé e alla persistenza dell’eredità culturale.  
Sia ostacolo che strumento, quasi sempre un pregiudizio, il corpo della donna viene prima di lei:  dobbiamo fare i conti con il nostro corpo negoziando tra necessità e desideri. 
Da qui siamo partiti, mossi dal dubbio che nel suo apparire e quindi essere e vivere, una donna è prima di tutto una bocca, due gambe, i suoi glutei…alla rincorsa di un ideale che la fa sentire come un insieme di pezzi, imperfetti. 

Lo spettacolo 
Come ombre della vita, in un campo di battaglia, le tre danzatrici, anime sospese e in bilico, in lucido sonnambulismo, si mostrano per strati visibili e nascosti in una sinfonia di azioni che si offre come una foresta di segni e di significati. 
Sono ritratti tra esibizione identitaria e esuberanza visiva.  
Un femminile carnale ma distaccato dal protagonismo assoluto della materia umana e che lascia spazio all’immateriale. 
Il soggetto diviene oggetto e solo allora gli si riconosce lo status sovrano.  
Sul filo del dettaglio e del particolare, pennelliamo tracce, grumi e trasparenze, disarticolando il senso che i dettagli incarnano all’interno della vita. 
Il gesto indica e suggerisce senza dire, espressione di un pensiero quasi pittorico, perturbante e portatore di intensità anche emotiva. 
La drammaturgia si concentra e sofferma su micro-momenti, in un apparente caos, si dipana in capitoli di un libro esploso. 
Apparizioni e scomparse come dentro una trappola spaziale in un nero che è il colore in cui si genera tutto, quello da cui veniamo al mondo e quello a cui torneremo. 
Un non-luogo che è una stanza, un labirinto di stanze che si perdono l’una nell’altra, una casa intera, il mondo; iperquadri che funzionano per immagini e si nutrono di pause.  
Antonella Bertoni 

“Tre donne in fondo al cor, mi sono venute” 
Una stanza tutta per sé, l’angolo delle donne. Scaleno: ca va sans dire. Un testing box di completa negazione al radicamento sicuro nello spazio del corpo femminile che si manifesta così in una resa incondizionata e impudica alla distopia prospettica. Donne a pezzi e pezzi di donna, in una scatola d’arti che, come un unico organismo, respira si riproduce e collassa: la creatività inerme dei corpi restituiti alla fine ne è il segno. Dal trino all’uno e dall’uno alle mille muliebri forme, niente affatto piane ma ricche di pieghe, plissé, che, come in un puntaspilli trafiggono la scena. Corpi-lame, sbriluccichii e moine compongono una trama dell’apparire in cui l’ordito diventa azione di visione e fissaggio di un primo punto, un punto croce naturalmente, di inizio e di inciampo, tenuto su solo da un filo di gloria. Ora che le donne scoprono che l’uomo non è più Dio, alluciniamo qui una ideale ricomposizione dei loro pezzi sparsi.  

“Tre donne in fondo al cor, mi sono venute”: Grazie alla generosità e all’incondizionata fiducia di Valentina, Ludovica e Sara. 
Michele Abbondanza

di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni ideazione, scena e costumi Antonella Bertoni
con Sara Cavalieri, Valentina Dal Mas, Ludovica Messina Poerio
musiche originali Sergio Beercock
disegno luci Alessio Guerra
direzione tecnica Claudio Modugno
assistente alla creazione Eleonora Chiocchini sartoria Manuela Gober  
organizzazione, strategia e sviluppo Dalia Macii amministrazione e produzione esecutiva Francesca Leonelli
comunicazione Erika Parise
ufficio stampa Marilù Ursi
produzione Compagnia Abbondanza/Bertoni
un ringraziamento particolare a Danio Manfredini
ringraziamo inoltre Andrea Palamidese 

foto Tobia Abbondanza

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