di Jean Anouilh
traduzione Andrea Rodighiero
PROVA APERTA
Antigone è nel destino del Teatro di ogni tempo.
È uno dei modelli archetipici che ci accompagnano a prescindere dalla nostra storia, cultura, religione, visione.
È filosofia scesa intorno a noi, che ci cammina accanto, che ci chiede, che ci ascolta.
È una delle prove del nostro essere umani, una di quelle poche che abbiamo scelto di portarci attraverso i secoli, per affermarci e riconoscerci.
Per consolarci, promettendo a noi stessi di averne cura.
L’abbiamo evocata, immaginata, misurata al nostro poco. L’abbiamo trattenuta, pregata, liberata nel cuore.
L’abbiamo raccontata, ogni volta che abbiamo potuto.
L’abbiamo riscritta con le parole nuove che abbiamo imparato vivendo, morendo nel quotidiano fallire, sapendo che ogni variazione è già Teatro.
Come quando lo spettacolo incontra un altro palcoscenico oltre quello del debutto, la misura, l’accordo, la messa in voce di suoni e corpi, si conclamano dallo spazio successivo a quello della prima.
Le parole sono in movimento, avanti e indietro e intorno al punto di percezione di quando siamo spettatori.
Come quando lo spettacolo incontra un’altra platea oltre quella del debutto.
Il dono che portiamo è una promessa e quella di Anouilh è un’Antigone che ci parla da così vicino che quasi quasi potremmo abbracciarla.
La sentiamo dire di noi in tutte le lingue, e capiamo tutto, ogni sfumatura, silenzio, respiro.
Di Antigone, Anouilh, non ha riscritto le parole, ha scritto la voce.
Antigone o della disputa della ragione, delle ragioni.
Di quelle trasversali, dimesse dall’identità individuale a favore di un corpo-coro che le comprenda tutte.
Oltre l’appartenenza, l’anagrafica, il genere, sono parole che vengono da noi stessi: le ascoltiamo nella nostra stessa voce: siamo Antigone e Creonte insieme, o lo siamo già stati più volte, di più in certe fasi della vita e meno in altre e viceversa o in alternanza.
Le leggi devono regolare il vivere o la vita dovrebbe regolare le leggi che regolano la vita? Uno di fronte all’altro, a farsi carico di una ragione giusta, di una giustizia, o di un’altra giustizia, incontriamo noi di fronte a noi, a scegliere le domande da infilare nelle tasche del tempo, dell’età, della speranza; ad aspettare le risposte che il tempo, guardandoci, sceglierà di farci dire.
Penso a questo testo come a un soliloquio a più voci. Una confessione intima e segreta, nella verità vera, scomoda, incapace, parziale, che ci dice che la nostalgia del vivere è precedente a tutti noi, perché sappiamo da sempre che quel corpo insepolto siamo noi mentre siamo ancora vivi.
Anche per questo, ho distribuito i ruoli in due modalità diverse e complementari.
Alcuni personaggi corrispondono a se stessi, altri al proprio riflesso.
Antigone e Creonte, come di fronte a uno specchio: chi è Antigone è il riflesso di Creonte e chi è Creonte è il riflesso di Antigone.
A Teatro parliamo sempre di questo:
Essere uomini o essere umani.
Roberto Latini
Manuela Kustermann debutta, giovanissima (nel 1963), interpretando Ofelia nell’Amleto di Carmelo Bene. Nel 1967 insieme a Giancarlo Nanni fonda il Teatro La Fede, prima sede stabile del Gruppo Space Re(v)action. Sono anni di grandi fermenti culturali e la Compagnia, un gruppo di lavoro che spazia fra teatro, cinema, danza e musica, viene identificata come un punto di riferimento importante. Nasce la “Scuola Romana”: accanto a Nanni, Giuliano Vasilicò, Memè Perlini, Pippo Di Marca, Valentino Orfeo. Nascono spettacoli significativi e produzioni storiche come A come Alice da Carroll, L’imperatore della Cina di Ribemont-Dessaignes, Risveglio di primavera di Wedekind, spettacolo che consacrerà Manuela Kustermann - premio De Feo come miglior attrice italiana - “diva” dell’avanguardia.
Negli anni Settanta la ”Duse delle Cantine Off” è sui più importanti palcoscenici italiani in I masnadieri di Schiller, Franziska di Wedekind, Cimbelino di Shakespeare, tutti con la regia di Giancarlo Nanni. L’Amleto di Shakespeare, ancora per la regia di Nanni, scandalizza (Manuela Kustermann veste i panni del principe danese) e ottiene un grande successo. Con Adriana Asti, Manuela Kustermann interpreta Le serve di Jean Genet, per la regia di Mario Missiroli.
1972 vince il premio De Feo come migliore attrice.
Prosegue negli anni Ottanta e Novanta il sodalizio Nanni-Kustermann. Tra gli altri spettacoli, Casa di bambola di Ibsen, La Locandiera di Goldoni, Vinzenz e l’amica degli uomini importanti di Musil, Hedda Gabler di Ibsen, La sposa di Parigi di Manfridi. Per l’interpretazione di Herodias di Rocco Familiari, ancora per la regia di Nanni, Manuela Kustermann ha ottenuto nel 1991 il prestigioso riconoscimento della Maschera con lauro d’oro dall’Istituto del Dramma Italiano.
Manuela Kustermann ha lavorato inoltre con Orazio Costa, Pietro Carriglio, Marco Parodi, Mario Missiroli.
Dal 1989 fonda e dirige insieme a Giancarlo Nanni il Teatro Il Vascello, dal 1995 riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come Centro di Ricerca, Produzione e Promozione per la Ricerca Teatrale, dal 2000 Teatro Stabile d’Innovazione e dal 2015 con la nuova disciplina Ministeriale è riconosciuto quale Centro di Produzione Teatrale.
Nel 1995 il Premio Internazionale La Pleiade per il Teatro e lo Spettacolo conferma Manuela Kustermann grande e indiscussa protagonista della scena e suggestiva interprete di un vasto repertorio di eroine femminili. Accanto alle sue interpretazioni teatrali, vanno ricordate poi le sue presenze televisive e radiofoniche.
Nel 1999 interpreta nuovamente la parte di Alice nel nuovo allestimento di A come Alice, quindi Irina Arkadina nel Gabbiano di Checov, che verrà rappresentato in Ottobre al Teatro CAFELAMAMA a New York, e poi a Mosca, Istambul, Il Cairo, e una lunga tournèe nazionale e internazionale.
Altri spettacoli realizzati: La vita e sogno regia Orazio Costa, Il racconto d’inverno regia Pietro Carriglio, As you like it di W. Shakespeare regia di Giancarlo Nanni, Sant’Oliva regia di Missiroli, Il Gatto con gli stivali di Tiek, Le Trachinie di Sofocle sempre con la regia di Giancarlo Nanni, Il gioco dell’amore e del caso di Marivaux di cui firma la sua prima regia, Tributo a Herbert Pagani con Miriam Megnagi testo di Carolina Pagani regia Giancarlo Nanni, Loretta Strong di Copi regia di Virgilio Sieni e Annalisa Bianco, Il Giardino dei Ciliegi di Checov regia di Giancarlo Nanni, Morire non Morire di S. Belbel di cui firma la sua seconda regia, Il Marito ideale regia di Missiroli con Jeppy Gleiesess, Matilde di Canossa regia di Consuelo Basilari, Arrivederci e grazie di
Maurizio Costanzo Enrico Vaime regia di Giancarlo Nanni, L'amore mio non può di Lia Levi di cui oltre a essere la protagonista ne firma anche la regia, I dialoghi con Leucò di Cesare Pavese, lavoro collettivo con la compagnia La Fabbrica dell'Attore e nel 2010 Taking Sides di Ronald Harwood e Pilade da Pier Paolo Pasolini con l'adattamento de La nuova complesso camerata, fino al 2016 dove viene diretta da Daniele Salvo in Dionysus il dio nato due volte dalle Baccanti di Euripide. Nel 2018 riprende il Gabbiano di Cechov regia Giancarlo Nanni ripresa dalla stessa Kustermann, e debutta a Spoleto con Dopo la prova di I. Bergman accanto a Ugo Pagliai per la regia di Daniele Salvo.
Nel 2018 gli viene assegnato premio alla carriera da Nuovo Imaie durante il festival dei Due Mondi di Spoleto e il Premio Fiuggi Teatro.
Sempre attivo il suo impegno verso i giovani con progetti di drammaturgia e letteratura.
Nel 2022 viene diretta da Andrea Baracco per Elettra di Hugo Von Hofmannsthal.
A seguito del decesso di Giancarlo Nanni, Manuela Kustermann è dal 2010 direttore artistico del teatro Vascello e della compagnia La Fabbrica dell'Attore. Sotto la sua guida, sono stati importanti i riconoscimenti che hanno ricevuto gli artisti e i progetti realizzati: 2018 Leone D'oro alla carriera a Rezza Mastrella, a Leonardo Manzan come miglior spettacolo Biennale di Venezia del 2020.
Ilaria Drago, Premio Nazionale di letteratura e giornalismo Alghero Donna sez Arte e Poesia (2025) e Premio Europa e Cultura per il Nuovo Umanesimo (2019) tra le Eccellenze Italiane è un’artista indipendente, attrice e autrice di riferimento nazionale per il teatro di ricerca contemporaneo, profondamente attenta al sociale e all’essere umano.
Fondatrice della Compagnia Ilaria Drago, ha collaborato con alcuni fra i più rinomati letterati, registi e musicisti contemporanei, fra gli altri Nanni Balestrini, Leo De Berardinis, Paolo Fresu, Luigi Cinque, Roberto Latini, Marcello Sambati.
Tra le poche allieve di Perla Peragallo, è insegnante certificata in Danza Sensibile® e ha studiato ricerca vocale con la cantante Rosanna Rossoni, Kaya Anderson e diversi insegnanti presso il Centre Artistique International Roy Hart in Francia.
Insegna teatro in tutta Italia ed è creatrice de La Via dell’Essere® un progetto di crescita personale basato sui valori dell’empatia, dell’inclusione, della condivisione e dell’evoluzione della coscienza, avvalendosi degli strumenti artistici.
Come attrice, ultimamente ha lavorato nel progetto Pagliacci all’uscita per la regia di Roberto Latini, produzione Lombardi-Tiezzi e Teatro Vascello di Roma (2023/2024).
Vincitrice di diversi premi letterari e teatrali ha pubblicato con Nemapress, Avagliano, Editoria&Spettacolo, Fedelo’s, Castelvecchi raccolte di testi teatrali, poesia e un romanzo.
Attualmente è in tour con diversi suoi progetti fra cui: Transhumance_elogio a perdere (produzione Teatro Metastasio/Magnolfi), Viriditas_tornare vivi (produzione Teatro Metastasio / Magnolfi), Simone Weil_concerto poetico, Migrazioni Antigone (produzione Fondazione Armunia), l’opera Anime Semplici (produzione Diocesi Piacenza Bobbio per il Novecentenario della costruzione del Duomo di Piacenza), Circe (produzione Fondazione Armunia).
Francesca Mazza, si è diplomata alla Scuola di Teatro diretta da Alessandra Galante Garrone. Dal 1983 al 1995 lavora negli spettacoli di Leo de Berardinis, maestro indiscusso della scena italiana. Altre significative esperienze artistiche sono stati gli incontri con Alfonso Santagata, Gigi Dall’Aglio, Davide Iodice con il regista cileno Raul Ruiz, con il regista argentino Fernando “Pino” Solanas, con il regista francese Jacques Lassalle. Ha spesso lavorato con la compagnia Teatri di Vita diretta da Andrea Adriatico, con Fanny & Alexander e con Accademia degli Artefatti diretta da Fabrizio Arcuri. Le più recenti produzioni a cui ha preso parte sono: “Sweet home Europa” di Davide Carnevali per la regia di Fabrizio Arcuri, prodotto dal Teatro di Roma . “Ritter Dene Voss” di T. Bernard per la regia di Pietro Babina, prodotto da ERT Emilia Romagna Teatri, “Candide” di M. Ravenhill, per la regia di Fabrizio Arcuri, prodotto dal Teatro di Roma. “Antigone” di Sofocle per la regia di Federico Tiezzi, prodotto dal Teatro di Roma, “Jackie” di E. Jelinek per la regia di Alan Alpenfeld, produzione LAC, Lugano Arte e Cultura, “Elettra” di Fabrizio Sinisi con la regia di Lisa Ferlazzo Natoli, produzione ERT, “La tragica storia del Dottor Faust” con la regia di Giovanni Ortoleva, prodotto dal Teatro della Tosse di Genova. E’ stata diretta da Leonardo Lidi ne “La casa di Bernarda Alba” di Garcia Lorca, ne “Il Misantropo” di Moliere, prodotti dal Teatro Stabile di Torino e ne “Il gabbiano“ , “Zio Vanja” e “Il giardino dei ciliegi”di A. Cechov, prodotti dal Teatro Stabile dell’Umbria. Ha vinto il Premio UBU come migliore attrice non protagonista per la stagione 2004/2005, nel 2010 il Premio Ubu come migliore attrice protagonista per l’interpretazione di “West” della Compagnia Fanny & Alexander e il Progetto Ravenhill della compagnia Accademia degli Artefatti, nel 2024 il Premio Ubu come miglore attrice per lo spettacolo “La ferocia” con la regia di Michele Altamura e Gabriele Paolocà
Silvia Battaglio Attrice, danzatrice e autrice, si forma in ambito coreutico e teatrale studiando con Sara Acquarone, Simona Bucci, Adriana Borriello, Roberto Castello, Michela Lucenti, Abbondanza/Bertoni, Mamadou Dioume, Renata Molinari, Imke Buchholz-McMurtrie, Eugenio Allegri, Giuliano Scabia, Anne Zenour, concludendo nel 2000 il ‘Corso di Laban Movement Analysis’ presso Art Therapy Italiana di Bologna e nel 2002 la ‘Scuola di Formazione Superiore per Attori’ presso ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Ha lavorato come attrice e danzatrice per ALDES/Roberto Castello, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Tangram Teatro, Fondazione Teatro Regio Torino, Zerogrammi, Fondazione Merz, collaborando tra gli altri con l’ODIN TEATRET/Eugenio Barba, il Teatro Stabile Torino Teatro Nazionale, la Fondazione Teatro Piemonte Europa, l’Università degli Studi di Torino e l’Università degli Studi di Padova, dove ha lavorato come professoressa a contratto per l'insegnamento del Laboratorio di Teatro Danza inserito nel programma accademico 2023/2024 del ‘Corso di Laurea DAMS Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale’.
Prosegue dal 2005 un suo iter autorale, percorrendo una metodologia di creazione costruita nel solco della sperimentazione e della commistione dei linguaggi. Tra le sue creazioni, LA SPOSA BLU (Festival Pendientes de un Hilo/Teatro Pradillo Madrid; Festival Incanti/Rassegna Internazionale di Teatro di Figura); BALLATA PER MINOTAURO (Festival Summer Plays/Teatro Stabile Torino); ORLANDO.LE PRIMAVERE (Teatro Stabile Torino; Premio Cross International Performance Award); LOLITA (Odin Teatret; Teatro Stabile Torino); IOLORENZO&GIULIA (Fondazione Teatro Piemonte Europa). LE CORPS DE JEANNE (Fondazione Teatro Piemonte Europa); IO AMO HELEN (Odin Teatret); VERSO ELETTRA (Fondazione Teatro Piemonte Europa); UN SOGNO PER MARIA (Fondazione Teatro Piemonte Europa); OFELIA (Teatro Stabile Torino).
La sua più recente creazione, DALL’ALTRA PARTE, ha ottenuto il riconoscimento del ‘PREMIO DRAMMATURGIA CONTEMPORANEA E TEATRO DI FIGURA - FONDAZIONE SARZI’ in partenariato con Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Akropolis, Unima Italia, risultando inoltre tra gli spettacoli vincitori del bando Cura/Residenze Artistiche Interregionali e del progetto Tad Residency (Teatro tascabile Bergamo, Contemporary Locus e Festival Danza Estate di Bergamo).
Prosegue il progetto di alta formazione transdisciplinare LA MATERIA DEI CORPI in collaborazione con Unima Italia, Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare, Università degli Studi di Torino, ed è attualmente in fase di ideazione e scrittura la nuova creazione, IL CANTO DELLA DONNA PESCE, ispirato all’opera teatrale La petite Sirene di Marguerite Yourcenar.
Roberto Latini è attore, autore e regista. Si è formato a Roma presso Il Mulino di Fiora, Studio di Recitazione e di Ricerca teatrale diretto da Perla Peragallo, dove si è diplomato nel 1992. Si è laureato discutendo una tesi in Metodologia e Critica dello Spettacolo presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Roma “La Sapienza". È il fondatore della compagnia Fortebraccio Teatro, compagnia riconosciuta dal Ministero della Cultura dal 1999 al 2018. Ha diretto il Teatro San Martino di Bologna dal 2007 alla primavera del 2012.
Accanto ad una intensa e personalissima attività di ricerca teatrale, dalle possibilità dell'amplificazione alle sperimentazioni sulla scrittura scenica, ha nel tempo lavorato, tra gli altri, con Mario Martone, Aleksandar Popovskj, Federico Tiezzi, Sandro Lombardi, Antonio Latella, Andrea De Rosa, Luca Micheletti, Roberto Andò. Ha ricevuto il Premio Sipario nell'edizione 2011, il Premio Ubu 2014 come Miglior Attore, il Premio della Critica 2015, il Premio Ubu 2017 come Miglior Attore o Performer per lo spettacolo Cantico dei Cantici e il Premio Le Maschere nel 2019 per Mangiafoco, per Miglior Spettacolo. Per il triennio 2025-2027, è il Direttore artistico di OrizzontiFestival a Chiusi (SI).
ANTIGONE
di Jean Anouilh
traduzione Andrea Rodighiero
personaggi e interpreti
Silvia Battaglio – ISMENE e IL MESSAGGERO
Ilaria Drago – EMONE e GUARDIE
Manuela Kustermann – LA NUTRICE e CORO
Roberto Latini - ANTIGONE
Francesca Mazza – CREONTE
scene Gregorio Zurla
costumi Gianluca Sbicca
musica e suono Gianluca Misiti
luci e direzione tecnica Max Mugnai
in collaborazione con Bàste Sartoria
regia Roberto Latini
produzione La Fabbrica dell'Attore teatro Vascello - Teatro di Roma teatro Nazionale
durata 1 e 40’